Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il voto al Tar Sitran: 1 milione dalla Regione
VENEZIA Il quorum per il quinto referendum sulla seperazione tra Venezia e Mestre ha inficiato il risultato e vanificato anni di lavoro dei comitati: il primo firmatario Marco Sitran chiede al Tar di annullare tutto e di stabilire un risarcimento. «Un milione di euro, ma sarà l’equa valutazione dei giudici a decidere», dice l’avvocato, fotografo e autonomista veneziano. L’udienza di merito contro Regione e Città Metropolitana si terrà davanti ai giudici amministrativi il prossimo 10 giugno e Sitran chiede ai giudici di annullare la delibera d’indizione del referendum della giunta, l’esito della consultazione stessa e la delibera del consiglio regionale del 28 gennaio che non dava seguito alla proposta di divisione del capoluogo in due Comuni causa scarsa partecipazione al voto. E ovviamente chiede di indire «un nuovo interpello delle popolazioni interessate» senza quorum. Il referendum 5 bis. Che il quorum sarebbe stato il terreno di battaglia della consultazione, i comitati lo avevano annunciato da subito.
Tanto che lo scorso inverno Sitran aveva impugnato al Tar in via preventiva la delibera di indi z ione del voto per il 1° dicembre perché specificava che il risultato sarebbe stato considerato valido solo se avesse partecipato il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Con una memoria aggiuntiva presentata dopo lo spoglio, aggiunge ulteriori rilievi. Intanto non doveva essere la giunta a indire il voto: «Non è infatti ammissibile che, nel caso di referendum consultivo, un atto “politico” di Giunta stabilisca il buon esito di un procedimento legislativo di iniziativa popolare solo nel caso in cui sia raggiunto il quorum». La Regione lo ha detto in tutte le salse e in diverse leggi: i referendum anche consultivi vengono considerati validi in Veneto solo se partecipa al voto almeno metà degli elettori. Sitran ribadisce che la richiesta della maggioranza dei partecipanti non rispetta la Costituzione che distingue tra referendum consultivo (senza quorum), e referendum abrogativo (con quorum): dopotutto, dice, la consultazione non è vincolante ed è solo un momento dell’iter legislativo. E cita numerose sentenze della Corte Costituzionale che suffragano l’ ipotesi che l’ organismo legislativo possa esprimersi anche in assenza di volontà popolare. Ma sopratutto, la tardiva indizione, la scarsa comunicazione della Regione ,« la propaganda promossa dal Sindaco di Venezia per l’astensionismo dal voto» avrebbero inficiato il risultato, portando al 22% di affluenza col 66% di Sì. Per questo Sitran chiede al Tar un risarcimento per il tempo perso dai comitati: la proposta di referendum fu depositata nel 2014. ( mo.zi.)
Il 10 giugno il tribunale entra nel merito del ricorso contro il quorum nella consultazione