Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sbaglia manovra, ucciso dalla gru
Tragedia a Concordia, imprenditore muore al lavoro con i suoi dipendenti
CONCORDIA SAGITTARIA Forse ha sbagliato a manovrare il braccio meccanico della gru, ma non è escluso neppure un malore improvviso.
Ieri mattina, nel cantiere che lo vedeva impegnato assieme a tre suoi operai, l’impresario edile Giuseppe Salvador, 74 anni, è rimasto vittima di un incidente sul lavoro. La tragedia si è consumata intorno alle 8.30, quando l’imprenditore stava operando una gru. Ma nessuno ha visto cosa è successo.
VENEZIA Ad aprile dello scorso anno la notizia di quel pestaggio, tanto violento da rischiare di paralizzare una delle vittime, aveva fatto precipitare Venezia nella paura, trasformando ogni gruppetto di giovani che si muovevano tra calli e campielli in un pericolo percepito. Ieri, dopo tredici mesi di indagini, conferme e interrogatori, si è chiuso il primo capitolo della battaglia giudiziaria, prima dei ricorsi in appello. Nella sentenza del giudice, le cui motivazioni verranno depositate solo nelle prossime settimane, figurano tre condanne e un’assoluzione: Edoardo Bressan, di Mestre, Othamane Janah, di Zelarino, e Catalina Georgiana Curcumeli, residente a Spinea, sono stati infatti giudicati colpevoli per l’aggressione. Assolto invece Sebastiano Bonzio, il 19enne di Sant’Elena già condannato ai domiciliari per la rapina al market bengalese di via Fapanni, a Mestre.
Le condanne però arrivano più morbide rispetto a quanto richiesto inizialmente dal pm Massimo Michelozzi: per lui Janah e Bressan avrebbero meritato cinque anni, cinque mesi e venti giorni, Curcumeli cinque anni, sette mesi e venti giorni; anche il pubblico ministero era però d’accordo nell’assolvere Bonzio. Janah si ritrova invece è stato condannato a tre anni e quattro mesi, Bressan con due anni e dieci mesi, Curcumeli con due anni e quattro mesi. La decisione del tribunale, in realtà, ha trovato tutte le parti soddisfatte, almeno provvisoriamente. L’avvocato di Bressan, Massimiliano Cristofoli Prat, ribadendo come il suo assistito abbia comunque ottenuto una condanna per un solo capo d’imputazione, si dice sollevato perché dal processo « è emerso come non si trattasse di un’aggressione deliberata, quanto di una rissa tra due gruppi contrapposti, entrambi bellicosi». Mauro Serpico, il legale di Curcumeli, entra più nello specifico: « Il giudice ha correttamente inquadrato la vicenda non come sentenza che dovesse riguardare l’intero fenomeno delle baby gang, ma il singolo episodio, dimostrando così che avesse poco a che fare con l’intera questione». L’avvocato di Janah, Andrea Franco, specifica: « C’è stata una spallata, prima della rissa, senza quel gesto non sarebbe successo nulla». Per la difesa, insomma, una rissa scoppiata per motivi futili, sì, ma non una sorta di spedizione punitiva casuale, un’«Arancia meccanica» in salsa veneziana. Eppure, per il legale che ha portato avanti le ragioni degli aggrediti, Gabriele Annì, la sentenza rappresenta comunque un punto importante segnato nella lotta contro la delinquenza giovanile nel territorio: «Le condanne sono soddisfacenti e rappresentano un segnale forte da parte del giudice che ha voluto punire non solo il fatto in sé, ma anche questo tipo di fenomeno che per mesi ha terrorizzato Venezia. Anche i risarcimenti provvisionali richiesti confermano la gravità di quanto accaduto».
Per le due persone rimaste permanentemente danneggiate dall’aggressione — e che ancora subiscono qualche lieve ripercussione fisica dalla vicenda — sono previsti novemila euro a testa. Le altre due vittime ne riceveranno duemila, a cui si aggiungono tremila euro di spese generali. Si prepara poi al ricorso anche l’avvocato di Sebastiano Bonzio, Renato Alberini, perché «l’assoluzione era dovuta, ma questa pendenza ha avuto ripercussioni negative sull’altro procedimento che riguardava il ragazzo».