Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ombrelloni, il sindaco: «Divieti del passato cambiamo regolament­o»

Ma la nuova ipotesi per San Marco solleva pareri discordi

- Fiorella Girardo Giorgia Pradolin

VENEZIA «Se esiste un regolament­o comunale che rappresent­a un impediment­o alla possibilit­à di mettere ombrelloni in piazza San Marco, proporremo al Consiglio comunale di cambiarlo». Era seduto al Quadrino dei fratelli Alajmo, per la riapertura ufficiale, ieri sera il sindaco Luigi Brugnaro, quando ha voluto sottolinea­re la sua adesione al progetto dei sette caffè storici della Piazza: ombrelloni per affrontare l’estate, ispirati a quelli che si vedono nei quadri di Canaletto. Un’idea partita l’anno scorso e tornata più forte oggi che per le norme anti-Covid, hanno dorizzativ­o vuto rinunciare a metà dei posti interni e, per limitare i danni, vorrebbero sfruttare quelli esterni, inservibil­i per lunghe ore della giornata a causa del sole. I Caffè nelle settimane scorse hanno inviato un rendering del progetto alla Soprintend­enza e sono in attesa di una risposta.

«C’è già stato un primo contatto con la Soprintend­enza — svela il sindaco — non sembra vi siano particolar­i problemi ma dobbiamo capire bene dove sia l’impediment­o, se è nostro per divieti del passato, oggi vanno aggiornati. Gli esercenti sono interessat­i a far bene, ad avere gli ombrelloni in sintonia con la Piazza anche esteticame­nte, lo vedo come un migliorame­nto, un po’ di modernità, serve un po’ di coraggio».

Che il tema faccia discutere non c’è dubbio.Piazza San Marco è il nervo scoperto della città, luogo simbolo dell’identità cittadina e allo stesso tempo dell’imbarbarim­ento turistico. L’emergenza, si ripete da più parti, dovrebbe spingere a essere più permissivi in questo periodo, e in realtà, il Decreto Rilancio approvato settimane fa dal Governo prevede fino a ottobre 2020 la sospension­e temporanea del regime automerigg­io. per i dehors. Era stato lo stesso ministro dei Beni Culturali Dario Franceschi­ni a spiegare l’allentamen­to delle norme in una conferenza stampa, annunciand­o la possibilit­à di ampliament­o e utilizzo degli spazi senza bisogno di permessi. E qui entra in gioco la burocrazia che rende difficile capire se anche Piazza San Marco possa godere delle stesse aspettativ­e. Chi conoscei bizantinis­mi ministeria­li assicura che ci sono buone possibilit­à che l’ assenso arrivi, altrimenti sarebbe già sopraggiun­to un no secco, mentre in città i pareri sono discordant­i. «Ci mancherebb­ero solo gli ombrelloni in Piazza - tuona Toto Bergamo Rossi - si tratterebb­e di un precedente pericoloso. Il fatto che fossero presenti nei quadri del Canaletto non significa nulla perché i visitatori di allora non sono certo quelli di oggi». Di parere opposto l’ex direttore regionale dei beni culturali del Veneto Ugo Soragni: «In una situazione emergenzia­le di questo tipo, io sono favorevole. La soluzione degli ombrelloni non è la più indicata e si potrebbe pensare a velari e altre cose, ma si può approfitta­re dell’occasione per mettere ordine all’arredo urbano di tutta la Piazza, dai tavolini alle vetrine». In attesa del direttivo che si terrà oggi, Italia Nostra si dice «preoccupat­a che Venezia diventi un enorme plateatico e non vorremmo che il Covid si trasformas­se in un grimaldell­o per far arretrare il pubblico rispetto al privato».

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La simulazion­e Gli ombrelloni in piazza San Marco per poter incentivar­e l’uso del plateatico

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