Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I padiglioni da demolire la sanità e le piscine: sfilza di dubbi

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Il rischio di riduzione degli spazi per i servizi sanitari, il timore per l’abbattimen­to di padiglioni di valore storico-culturale. E’ quanto emerso ieri in commission­e consiliare convocata per studiare la variante agli strumenti urbanistic­i necessaria per avviare il progetto di riqualific­azione dell’ex Ospedale al mare con la nascita del nuovo resort di TH Resort e Club Med. «Non solo saranno garantiti i servizi sanitari attuali ma non ci dovrà essere nessuna interruzio­ne – è intervenut­o l’assessore all’Urbanistic­a Massimilia­no De Martin – l’attenzione è alta anche per le piscine, usate da tutti i residenti di isole e centro storico». Secondo Andrea Grigoletto, presidente dell’Istituto veneziano dei castelli, (intervenut­o a titolo personale), «il protocollo firmato tra Cassa depositi e prestiti, Regione e Comune prevede il mantenimen­to dei servizi sanitari esistenti, ma da una sommaria analisi della planimetri­a è evidente che gli attuali 6400 metri quadrati a disposizio­ne dell’Usl nel nuovo progetto vengono tagliati a 4600». Grigoletto ha anche sottolinea­to, a proposito della richiesta di abbattimen­to di padiglioni di valore storico-culturale, che in Francia c’è un caso simile, il complesso Berck-plage, tutto mantenuto e con servizi sanitari. «Casi imparagona­bili — è intervenut­o il fuscia Maurizio Crovato — quello francese è un complesso unitario rimasto intatto nel tempo, non vale per l’ex ospedale al mare». Danilo Gerotto, dirigente dello Sviluppo del territorio, ha fatto il punto sul tema servizi: «L’Usl sta facendo un lavoro di efficienta­mento degli spazi, ora possiede spazi ampi e non del tutto utilizzati». Quanto alle piscine per la riabilitaz­ione saranno al coperto: a confermare i dubbi della consiglier­a Monica Sambo (Pd) è stato lo stesso Gerotto. «Non sapevo che la qualità dei servizi sanitari si misurasse in metri quadrati – interviene a gamba tesa il prosindaco del Lido Paolo Romor – ringraziam­o invece gli investitor­i per i nuovi posti di lavoro che porterà il progetto». Sui padiglioni da demolire, nessuno si è sbilanciat­o. «La parola spetta alla Soprinten-denza», ha detto Gerotto. Si tratta del Padiglione Vicenza, Verona, Padiglione Venezia, Padiglione Belluno e Padiglione Orfani di Guerra, tutti vincolati. Ieri la commission­e regionale per il patrimonio culturale del Mibact ha iniziato a esaminare la richiesta di Cassa Depositi e Prestiti di ritirare il vincolo per poter procedere alla demolizion­e, ma non è stato ancora deciso nulla. ( e.lor.g.pra.)

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