Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ingoia una vite, perde la vita a due anni

Non ce l’ha fatta il piccolo di Zelarino. Era il figlio del prete della comunità moldava

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MESTRE Non ce l’ha fatta. Ha combattuto per quattro giorni Michele Bitca, il bambino di due anni che lunedì ha ingoiato una vite che gli si è incastrata in gola provocando­gli un arresto cardiaco, è morto. A nulla è servito l’immediato intervento dei medici dell’ospedale dell’Angelo di Mestre e il successivo ricovero nel reparto di rianimazio­ne pediatrica di Padova: il bimbo è spirato venerdì. Il padre è il prete della comunità moldava di Mestre.

MESTRE Ha combattuto per quattro giorni,ma non ce l’ha fatta. Michele Bitca, il bambino di due anni che lunedì ha ingoiato una vite che gli si è incastrata in gola provocando­gli un arresto cardiaco, è morto. A nulla è servito l’immediato intervento dei medici dell’ospedale dell’Angelo di Mestre e il successivo ricovero nel reparto di rianimazio­ne pediatrica di Padova: il bimbo è spirato venerdì, nel primo pomeriggio.

La tragedia si è consumata a Zelarino, nel giardino della villetta dove la famiglia, di origine moldave, abita da circa tre anni. E un’intera comunità è in lutto: il bambino era infatti il terzo figlio di Padre Anatolie Bitca, parroco ortodosso della chiesa Della Natività della Madre di Dio a Mestre. Una parrocchia particolar­mente frequentat­a, che si trova nel centro della città in quella che prima era la chiesa dell’ex ospedale Umberto I. «E’ una tragedia enorme, triste, dolorosa – dice Padre Evangelos Yfantidis, vicario generale dell’arcidioces­i ortodossa d’Italia e Malta che ha sede a Venezia - Un dolore per tutti, sia per la comunità ortodossa moldava di Mestre sia per quella ortodossa greca di Venezia. Ci stringiamo intorno alla famiglia pregando il Signore». L’arcidioces­i, ieri, è stata inondata di messaggi di cordoglio della comunità moldava che si è stretta intorno a Padre Anatolie e alla moglie, Svetlana, la prima a soccorrere il piccolo.

Lunedì, verso le 18.30, il bimbo stava giocando nel giardino di casa quando una vite metallica attira la sua attenzione. La prende tra le mani, la mette in bocca e cerca di deglutirla ma l’oggetto gli si incastra in gola bloccandog­li il respiro e provocando­gli un arresto cardiaco. Il bimbo cade a terra. In casa ci sono il fratello di 10 anni, la sorella di 6 e la mamma. Non si è accorta che il piccolo ha ingoiato una vite: lo vede a terra che fatica a respirare. Chiama subito il padre che si precipita a casa e nel frattempo avverte il 118. Le urla disperate della donna fanno anche accorrere i vicini. «E’ stato terribile – racconta una di loro – inizialmen­te non capivamo cosa fosse successo, poi ci siamo resi conto che il bimbo aveva ingoiato qualcosa, pensavamo tutti un giocattolo. Eravamo al telefono con i sanitari che stavano accorrendo e sotto indicazion­e abbiamo tentato alcune manovre per fargli espellere l’oggetto ma è stato inutile». In pochi minuti, automedica e ambulanza arrivano sul posto e riescono ad estrarre la vite dal piccolo, che però è in condizione disperate e dopo un passaggio all’Angelo viene trasferito in rianimazio­ne a Padova. Qui resta alcuni giorni, mentre a Mestre la notizia si diffonde nella comunità religiosa che guarda a Costantino­poli. Si prega per un miracolo, perché fin

La comunità

«E’ un dolore enorme per tutti noi» dice il vicario generale dell’Arcidioces­i

da subito i medici fanno capire che le speranze sono minime. Dopo quattro giorni, infatti, Michele Bitca muore, a due anni. I funerali si terranno giovedì, alle 15, nella Chiesa della Natività, guidata dal papà. ( m.ri.)

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A Zelarino La villetta in cui è avvenuto l’incidente

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