Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Centri estivi e Grest in ritardo «Prime aperture a metà mese»
Le nuove regole e i nuovi costi spaventano le strutture
Potrebbero già accogliere i bambini, ma il via libera è arrivato all’ultimo minuto con regole e prescrizioni rigide. E così i centri estivi del Veneto, quest’anno, partono - nei casi migliori - a metà giugno. Con rette aumentate e posti ridotti a un terzo rispetto al passato.
VENEZIA Quanti e quando apriranno ma soprattutto quanti bambini accoglieranno non è ancora chiaro, quello che però è certo è che per le famiglie sarà un salasso: tra i 500 e i 700 euro al mese, contro la media di 360 dei tempi pre
Covid. I centri estivi del Veneto in realtà potrebbero già accogliere i piccoli ospiti, indirizzarli in giochi e attività in gruppi di massimo 7 bimbi. Il via libera ad aprire è però arrivato tre giorni fa e anche i più attrezzati e con anni di esperienza alle spalle non ce l’hanno fatta ad esserci da subito. «Operiamo da dieci anni ma era troppo complicato partire subito - spiegano all’English Summer Camp di Saonara alle porte di Padova - iniziamo l’8». Le regole sono stringenti: gruppi di massimo sette bambini con un educatore, pasti in vaschette monouso sigillate e mai contatti tra piccoli e operatori di altri nuclei. Per questo, c’è chi ha deciso di rinunciare come l’istituto Berna di Venezia e molte parrocchie che da sempre organizzano i Grest con operatori volontari e grandi gruppi che giocano e vanno in gita tutti insieme. «È complicatissimo - dice sconsolato don Fabio Mattiuzzi che coordina l’offerta del Patriarcato veneziano - è vero che si può stare all’aperto ma se piove come si fa?». Altro tema stringente: la questione della responsabilità nello sfortunato caso di contagio. «Diventa così difficile trovare persone disponibili a lavorare nei centri estivi e nei Grest - continua il sacerdote - e poi noi chiedevamo 50 euro a settimana, una cifra che non potremo più proporre». In ogni caso, alcune parrocchie hanno deciso di provarci e a breve invieranno le proprie osservazioni alle linee guida redatte dalla Regione per la riapertura di un servizio fondamentale per le famiglie. «Solo noi con i Grest in Veneto ne sosteniamo 120mila», sottolinea Mattiuzzi. Altro capitolo, i Comuni oggi alle prese con i bandi per l’assegnazione alle cooperative del servizio nelle proprie strutture scolastiche. «A Venezia avremo l’esito tra mercoledì e giovedì - spiega l’assessore comunale alle Politiche educative Paolo Romor - dovremmo riuscire a partire a fine giugno». Quasi tutte le amministrazioni hanno deciso di non
aumentare le rette - tra i 60 e i 80 euro a settimana, pasti esclusi - nella speranza che a breve Roma stabilisca come saranno ripartiti i 130 milioni disposti per le attività per l’infanzia. Di contro,le strutture private devono fare i conti con i costi di gestione che lievitano tra minor posti a disposizione per l’obbligo di distanziamento sociale e di sanificazione costante delle strutture. «Noi riapriamo il 15 giugno - annuncia Davide Checchin che quest’anno accoglierà 20 e non più 60 bimbi alla scuola dell’infanzia Madonna del Suffragio di Mestre - avremo 4 maestre con mascherine colorate e un percorso a “bolle” a segnalare gli spazi in modo divertente». Madonna del Suffragio è una delle realtà di Fism e ha fissato tariffe sperimentali: 200 euro per le due settimane di giugno e 400 per luglio. «Dobbiamo capire se bastano - conclude Checchin - i prezzi potrebbero ahimè aumentare». «Non credo ce la possano fare con quelle cifre - commenta amareggiato Stefano Cecchin, presidente di Fism Veneto - purtroppo lo Stato ha abbandonato le famiglie e i bambini, preferendo ad esempio immettere fondi in Alitalia: è gravissimo». Nella scuola di Cecchin, a Salzano nel Veneziano, da 160 posti si scenderà a 50. «Stimiamo che i centri estivi di Fism potrebbero costare tra i 500 e i 700 euro al mese - dice - cifra che potrebbe essere coperta tutta o in parte dal bonus baby sitter». Il rincaro è significativo: nel 2019 per quattro settimane una famiglia spendeva tra i 320 e i 360 euro al mese. Soldi a parte, c’è un problema di numeri, le nuove regole riducono la capienza delle sedi a un terzo rispetto alla normalità. Ed è facile che tanti bambini siano esclusi. Resta, infine, l’offerta dei «summer camp» in lingua o sportivi. La Federazione italiana tennis, ad esempio, li farà partire a luglio e i club di calcio si stanno organizzando in questi giorni. Per i piccoli più studiosi c’è poi H Farm, a Ca’ Tron nel Trevigiano, con immersioni nella robotica e nelle scienze applicate (sia in presenza che online) e cicli di studio settimanali dal 29 giugno al 3 agosto.
Cecchin Le nuove regole aumentano i costi, si pagheranno tra i 500 e i 700 euro al mese
Don Mattiuzzi Molti dei nostri Grest rischiano di non riuscire ad aprire