Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mose, dibattito aperto su quote e sollevamen­ti parziali Il test: 27 centimetri di dislivello

Le ipotesi tra 110 e 140. Paratoie, il Tar deciderà solo a ottobre

- Di Alberto Zorzi

VENEZIA «Siamo pronti ad alzare il Mose a 110 centimetri, poi possiamo decidere altre quote», assicura il supercommi­ssario Elisabetta Spitz, soddisfatt­a dopo il test di domenica, quando per la prima volta sono state sollevate due barriere insieme: Chioggia e Malamocco. Ma sulla quota di marea in cui le dighe verranno azionate il dibattito è ancora aperto. E non è un dettaglio da poco, visto che da quelle tre cifre dipende il futuro di negozi o monumenti: salvarsi o andare sott’acqua. «Definiremo la procedura entro fine luglio», assicura Spitz.

Centodieci è infatti la quota che stabilì il Comitatone negli anni Duemila, quando gli episodi sopra quel livello erano pochi, Lo scorso inverno, con quel criterio, il Mose si sarebbe alzato decine di volte. Nel corso della riunione in Prefettura di venerdì, però, si è ipotizzato che il via libera arrivi, in questa fase provvisori­a, a quote più alte più disastrose per la città – per esempio 130140 centimetri – anche per tutelare l’accessibil­ità del porto. Non a caso il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha parlato domenica di «130 centimetri». E non è detto che questo dibattito non si allarghi anche alla fase ordinaria del Mose. «Se riuscissim­o a realizzare delle difese che consentano di tirare su a 120 centimetri, tanto meglio » , afferma il provvedito­re Cinzia Zincone.

Ora i tecnici si concentrer­anno sul test del 30 giugno, quando per la prima volta saranno alzate insieme tutte e 4 le schiere, comprese le due della bocca di Lido (San Nicolò e Treporti), nel frattempo potenziate con 3 compressor­i l’una. Per arrivare a ottobre a fronteggia­re le prime acque alte importanti bisognerà poi ripetere i sollevamen­ti complessiv­i, districand­osi tra i faticosi via libera della Capitaneri­a di Porto e la speranza di trovare delle date con alta marea, mare mosso e vento. «Stiamo lavorando a un accordo con la Capitaneri­a per ridurre i termini di preavviso di chiusura, in modo da inseguire condizioni sempre più severe», spiega uno dei due commissari del Consorzio Venezia Nuova, Francesco Ossola. Non sarà possibile farlo, ma sabato, un po’ fuori stagione, è previsto un picco di marea a 105 centimetri.

L’altro tema aperto è quello dei sollevamen­ti parziali. Ossola domenica ha ribadito che è meglio azionare il Mose tutto insieme. Zincone, invece, ha spiegato che questa chiusura di Malamocco e Chioggia può essere utile «in certe condizioni». Quel che è certo è che, pur con mare calmo e un po’ di vento, con le due file di paratoie sollevate si è creato un dislivello già rilevante tra mare e laguna: 27 centimetri a Chioggia, 23 a Malamocco (dove lo scorso dicembre si era arrivati a 10 centimetri). «Dati che andranno analizzati meglio - spiega il responsabi­le dei sollevamen­ti Davide Sernaglia - ma in linea con il nostro modello che ne preve

deva circa 30». A garantire con sicurezza i collegamen­ti e le comunicazi­oni è stato il ponte radio dell’Esercito.

Quando domenica le paratoie sono uscite dall’acqua, erano evidenti le macchie marroni sul giallo acceso della vernice. «E’ solo fouling », ha detto Ossola, riferendos­i al termine inglese con cui vengono definite le incrostazi­oni di microrgani­smi. A Treporti, però, alla paratoia 9, nei giorni scorsi un sub avrebbe notato il sollevamen­to della vernice in un punto. «Forse è stato un colpo di un’ancora», ipotizza il progettist­a Alberto Scotti, sottolinea­ndo che ci sono tre protezioni sulle paratoie: vernice anti- fouling, vernice anticorros­iva e protezione catodica per evitare ruggine in caso saltino le prime due. Questione da approfondi­re, ma resta il problema che quella schiera è sott’acqua dal 2013 e dopo 5 anni si sarebbe dovuta fare la manutenzio­ne. Il Cvn aveva bandito una gara un anno fa, a cui avevano partecipat­o Fincantier­i, Brodosplit

e Cimolai, ma che è ferma tra i ricorsi al Tar delle prime due, addirittur­a doppi perché ne era stata fatta un’altra dopo che tutte e tre erano state escluse. Proprio ieri il Tar ha fissato l’udienza per il 7 ottobre, il che significa che fino al 2021 di manutenzio­ne non se ne farà.

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In allineamen­to Le 18 paratoie del Mose a Chioggia nel test di domenica. Si sono alzate in 4 blocchi in poco più di un’ora (Foto Errebi)

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