Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Distanziati per difendere Venezia» Mobilitazione contro i progetti turistici
Il nuovo pontile per i lancioni e l’hotel all’ex gasometro: centinaia in campo per dire no
Asterischi, tracciati
VENEZIA con gessetti colorati in campo Santi Giovanni e Paolo, di fronte e intorno all’ospedale Civile, lungo le Fondamenta dei Mendicanti. E per ogni asterisco, un veneziano: chi abita alle Fondamenta nove, chi arriva dal Lido, chi da anni fa parte di associazioni per la difesa della città. Alle sette di sera, il flash mob: si sollevano fogli di carta, tutti con scritto «niente cambia, se non cambi niente». «Distanziati e mascherati per difendere Venezia» è la sintesi di due manifestazioni parallele e di un lungo applauso collettivo: la prima, nata spontaneamente tra i residenti delle Fondamenta Nuove per protestare contro la realizzazione del nuovo pontile per imbarcazioni «gran turismo», e la seconda partita da campo San Francesco della Vigna con studenti, residenti e componenti del comitato per difendere l’area degli ex-Gasometri dal rischio che venga trasformata in un sito alberghiero. Un migliaio di persone secondo i manifestanti, intorno alle 400 per le autorità, i due gruppi si sono uniti per lanciare un unico messaggio: dar vita a politiche che favoriscano un turismo rispettoso della città e per il rilancio della residenzialità. «Siamo abitanti dei sestieri di Cannaregio e Castello, per mesi chiusi in casa a sognare un futuro diverso per Venezia – spiega Gilda, residente alle Fondamenta Nuove – Il risveglio è stato tremendo: un pontile per lancioni turistici in costruzione». A poca distanza dal Pronto Soccorso del Civile, infatti, è stato realizzato un pontone dalla società Ducale srl. «È arrivato all’improvviso, secondo la società porterà turisti ogni 30 minuti – continua Gilda – Così questa zona, finora residenziale, verrà distrutta».
I manifestanti si sono conosciuti via whatsapp e con il passaparola. «E’ così che siamo arrivati a confrontarci con il comitato di San Francesco della Vigna. Chiediamo un progetto serio che regolamenti il turismo», dicono. A occupare gli asterischi, oltre a residenti di ogni età, ci sono anche esponenti di associazioni radicate in città, dal gruppo 25 aprile ai No Nav, passando ad alcuni membri della lista civica di Giovanni Andrea Martini che reggevano i cartelli «più alberi, meno alberghi». «Hotel o appartamenti nell’area dei gasometri? Che Holler ambisca a farne un hotel è palese – dichiara Elena La Rocca consigliere del Movimento 5 Stelle – ma le conseguenze per quest’area, saranno devastanti».
Mentre il flash mob prendeva vita, da San Francesco della Vigna, residenti e studenti dei licei vicini (Benedetti-Tommaseo, Barbarigo e Algarotti-Sarpi), si spostavano lungo le Fondamenta nove per raggiungerli, tutti con mascherine e sugli striscioni «difendiamo Venezia». La questione degli ex-gasometri si protrae da anni: area destinata al servizio pubblico, è stata invece messa al bando dal Comune e venduta nel 2013 all’imprenditore olandese Ivan Holler (Mtk) per realizzare residenze di lusso. Negli ultimi mesi, l’imprenditore ha anche auspicato un cambio di destinazione d’uso ad alberghi, per cui servirebbe il via libera da parte del Comune. Intanto, il terreno è vincolato a bonifica (in atto), calcolata in 4 milioni di euro per un anno e mezzo di lavori.«Siamo preoccupati dalle ricorrenti notizie relative al cambio d’uso e del progetto di un palazzetto dello sport dentro l’area dell’Arsenale, che non risponderebbe alle esigenze degli studenti – sottolinea Elisabetta Xausa, docente al Benedetti-Tommaseo – Per questo, chiediamo un Consiglio comunale dove si verifichi l’intenzione, espressa dalla delibera della Municipalità, di riacquisire l’area». Mtk pochi giorni fa aveva pubblicato sul sito, creato per dare informazioni sull’area, dieci punti in cui ne sottolineava i benefici, dalla creazione di 150 posti di lavoro, alla valorizzazione dell’area, alla realizzazione del palazzetto sportivo. E per ognuno, il comitato ne sottolinea le mancanze. «La manifestazione è stata come un abbraccio all’ospedale – conclude Hajra, studentessa del Benedetti – il filo che ci accomuna è la tutela dei beni comuni».
"Zincone Se realizzassimo delle difese a 120 centimetri sarebbe meglio
Ossola Accordo per ridurre il preavviso e cercare condizioni più difficili
"Xausa Il consiglio comunale valuti la possibilità di ricomprare l’area. Ci unisce il bene comune