Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mamma denuncia anziano «In vaporetto ha fotografato le parti intime di mia figlia»
Il post sui social: ero una furia, l’ho assalito
Un clic di nascosto,
VENEZIA senza farsi vedere. Un anziano su un battello stava scattando foto con il cellulare alle parti intime di alcuni bambini quando la mamma di uno di loro se n’è accorta, ha chiamato la Polizia e lo ha denunciato. A raccontare l’episodio sui
social è proprio la donna che per prima ha dato l’allarme: domenica aveva approfittato del fine settimana per una gita a Venezia assieme alla propria famiglia quando una parente ha notato qualcosa di strano. «Su un traghetto mia cugina si è accorta che un signore stava fotografando mia figlia e mia nipote – scrive su Facebook – non ho capito più niente, l’ho assalito come una bestia, gli ho guardato il telefono e ho visto una foto di mia nipote alle parti basse». Il racconto prosegue con la furia di quei momenti: «Non ricordo molto – aggiunge la mamma – solo che urlavo e pensavo che era anziano, ma avevo l’adrenalina a mille».
In quella situazione gli altri passeggeri presenti sul traghetto si sono divisi: da un lato c’era chi ha mostrato solidarietà alla famiglia, offrendosi di testimoniare sull’accaduto e aiutando a bloccare le vie d’uscita all’anziano, che tentava di scendere dal battello; allo stesso tempo, lamenta la donna, «molte persone mi si sono scagliate contro perché facevamo assembramento, quando dalle mie grida si capiva benissimo di cosa stessi parlando».
Alla richiesta d’aiuto, subito sono intervenute le forze dell’ordine che hanno accompagnato la famiglia a sporgere denuncia in Questura: nel post la mamma ha ringraziato gli agenti per il loro aiuto. Le indagini sul materiale trovato nel telefono dell’anziano uomo denunciato sono ancora in corso. Alla fine l’autrice della denuncia ha esortato chiunque a non restare a guardare di fronte a fatti questo genere: «Se vedete cose che non vanno bene, parlate, non state zitti mai! Lo avrei fatto anche se fosse stato il bambino di qualcun altro – spiega – i nostri bambini sono i bambini di tutti, parlate sempre!».