Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Turismo, fronte tra regioni
Code per il Ponte, treni e strade in tilt. Zaia, asse con l’Emilia su trasporti e promozione
VENEZIA Ultimo giorno del ponte del 2 giugno con Venezia nuovamente sotto assedio, ponte della Libertà chiuso, ressa in stazione e lunghe code lungo tutte le vie del mare. Ma proprio su trasporto pubblico (su cui togliere il contingentamento dei posti) e turismo (per cui fare campagna comune), il Veneto trova un alleato nell’Emilia di Bonaccini.
"Bonaccini Insieme ai colleghi Zaia e Fedriga proporremo la costa dell’Alto Adriatico fatta di tante spiagge e tanti ombrelloni
I nodi
Per il trasporto pubblico il Veneto chiede almeno altri 120 milioni di euro
Nel giorno in cui cadono i divieti di spostamenti fra regioni deflagrano due temi: l’insostenibile situazione sul tpl (traporto pubblico locale ndr), treni in testa, e il rilancio del turismo. Con un inedito asse Veneto-Emilia Romagna su entrambi i fronti. Nel frattempo, gli Schützen altoatesini hanno scelto il 2 giugno per una «performance» che «sposta» il confine italiano più a sud verso il Veneto con cartelli provocatori lungo 25 passi. Coincidenza vuole che l’Austria abbia deciso all’ultimo di aprire all’Italia per i flussi turistici proprio nelle stesse ore. Il presidente Luca Zaia, del resto, ha definito gli austriaci «di famiglia». La politica del Veneto, rispetto al «liberi tutti» regionale è di massima apertura. Nessun controllo specifico su treni a lunga percorrenza o aeroporti. Giusto la misurazione della temperatura in ogni stazione dell’alta velocità decisa ieri dal ministero dei Trasporti.
L’ultimo giorno del lungo ponte del 2 giugno ha segnato forse l’apice di un crescendo di caos nelle stazioni e sulle strade. Nonostante i 29 treni straordinari approntati per la giornata, le immagini di ressa, ieri, alla stazione di Santa Lucia parlano da sole. Ore di coda per riuscire a prendere il treno: assembramenti da manuale nonostante la presenza delle forze dell’ordine. La gestione della folla pare spetti a Trenitalia.
Non è andata meglio per chi ha scelto di raggiungere Venezia o le spiagge in auto. Anche ieri il ponte della Libertà è stato chiuso alle 10.30 per l’inarrestabile assalto a Venezia da parte dei veneti. Complice, forse, anche l’inedito tariffario dei parcheggi veneziani (12 euro in piazzale Roma, 4 alla Marittima) che ha fatto gola a molti. La Polstrada ha monitorato l’intera rete stradale dopo le lunghissime code di lunedì ad esempio fra Padova e Sottomarina. Code che si sono ripetute, puntuali, anche ieri. Traffico intenso sulle strade che portano al litorale: Romea, Jesolana, Treviso mare. A Piai di Fregona, per raggiungere le grotte del Caglieron nel Trevigiano, persino il sindaco Patrizio Chies e alcuni assessori sono scesi in strada per smaltire le lunghe code. Nel tardo pomeriggio, complice la pioggia un incidente è costato la vita a due persone a Rubano, Padova per una fuoriuscita autonoma. Flussi intensi anche in autostrada. Il Veneto, insomma, si è rimesso in moto ma non sembra reggere l’urto. Ieri Zaia e l’assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, hanno invocato un fronte delle Regioni per chiedere al governo l’aumento del fondo per il tpl e il ritorno (con mascherina) alla piena capienza per treni e mezzi pubblici, scelta che risolverebbe e gli assalti ai treni, e l’aspetto economico. «Scriverò a Stefano Bonaccini (presidente dell’Emilia Romagna ndr) - ha detto Zaia - per avere una presa di posizione comune fra Regioni sul tpl: bisogna tornare alle capienze
originarie». La risposta, dall’Emilia, arriva dall’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini: «Siamo perfettamente allineati». «Chiediamo anche noi di togliere il limite di occupazione sui mezzi - spiega l’assessore - perché a settembre non saremmo in grado di garantire il servizio a scuole aperte ma il rischio c’è già per l’estate, soprattutto sulla Bologna-Rimini per la riviera romagnola su cui serve il 100% dell’offerta pre Covid. Quanto al fondo da 500 milioni, è largamente insufficiente, abbiamo chiesto ai nostri parlamentar i di por tare un emendamento in fase di conversione del decreto visto che in parlamento ci sono 800 miprezzi lioni a disposizione: che se ne spendano 300 per aumentare il fondo d’emergenza e si sblocchino i 58 del fondo nazionale tagliati in precedenza». Musica per le orecchie della collega De Berti che snocciola, furiosa, i numeri di un ponte drammatico sul piano dei trasporti: «In un giorno medio feriale con Trenitalia portiamo 32 mila passeggeri, domenica, solo su Venezia, ne abbiamo portati 20 mila». A seguire il punto stampa di Zaia, ieri, anche alcuni rappresentanti del trasporto privato, categoria azzerata dall’emergenza. «Ma non possiamo affiancarli al tpl - spiega De Berti - finché non saranno rimessi in campo tutti i lavoratori e i mezzi delle aziende pubbliche». Fra le novità, la sperimentazione da domani su 28 treni del contingentamento dei biglietti in vendita. «Resta il problema del far viaggiare i mezzi in perdita - conclude De Berti - per questo lavoriamo a un fronte comune con le regioni, sono già a bordo anche Liguria, Piemonte e Lombardia. Solo al Veneto servono almeno altri 120 milioni».
Il turismo, atteso messianicamente ma anche temuto proprio per il corto circuito sui trasporti, sarà sostenuto da un progetto di rilancio che Zaia annuncia come imminente «e innovativo» lamentando poi il convitato di pietra: un piano di rilancio nazionale. Anche in questo caso l’asse, ormai non più a sorpresa, è trasversale. Lunedì, ai microfoni di Barbara D’Urso, Bonaccini annunciava: «Ci prepariamo a promuovere la nostra regione. Insieme a Zaia e Fedriga proporremo la costa dell’Alto Adriatico fatta di tante spiagge e tanti ombrelloni. Saremo sui media nazionali e internazionali ogni giorno per promuovere questa bellissima terra». Tanto potè il Covid.