Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

D’Anna: «Ora torno a Napoli per seppellire mamma Pierina»

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L’ultima foto insieme è del 22 febbraio scorso, un giorno dopo l’esplosione del coronaviru­s in Veneto. Nei prossimi giorni, grazie alla fine dei divieti fra regioni, il consiglier­e comunale di Venezia, Paolino D’Anna, tornerà nella sua Napoli insieme alla sorella Maria Patrizia portando con sé le ceneri della mamma, Pierina Caso, morta l’11 maggio scorso. La foto racconta i 90 anni di nonna Pierina. Il partenopeo D’Anna (presiede ancora il circolo di sostenitor­i biancazzur­ri di Venezia), arrivato in Riviera del Brenta a 18 anni, ha fatto «salire» undici anni fa anche la madre dopo la scomparsa del papà per averla più vicina.

Come arriverete a Napoli? In treno o in auto?

«Mia sorella ed io non abbiamo ancora deciso. Ci stiamo organizzan­do. Ma la scelta era già stata fatta da mia mamma, aveva detto chiarament­e di voler riposare al cimitero di Napoli, accanto a papà».

Si è ammalata di Covid?

«No, tutt’altro. Seppur con gli acciacchi dell’età è stata attiva e lucida fino alla fine. Era persino riuscita a integrarsi qui in Veneto, a Oriago di Mira, in parrocchia ad esempio. Però le mancava tanto la sua Napoli, del resto ci è vissuta per 79 anni. Che non fosse malata di Covid lo so per certo per un caso bizzarro. Lei è mancata l’11 maggio, due giorni prima ho chiesto un test sierologic­o per me e per lei. Volevo assicurarm­i stesse bene. I risultati sono arrivati proprio il giorno in cui mamma è morta serenament­e, nel sonno. E grazie a quel test è stato possibile, oltre al funerale, esporre la salma all’obitorio. Certo, non ci fosse stato il divieto di circolazio­ne fra regioni...»

Sarebbe andato prima a Napoli per la tumulazion­e dell’urna?

«Certo, invece così l’urna è stata affidata alla famiglia e a giorni la riporterem­o a Napoli».

Ha ancora qualche parente lì?

«Sì, ci sono i cugini. Che rivedrò volentieri ma devo dire che tornare è sempre un po’ strano. A tratti ho quasi l’impression­e di essere un turista dopo tanti anni qui in Veneto. Però ammetto che mi sento molto fortunato».

Perché?

«Perché sono nato a Posillipo, in riva al mare, sono arrivato in Veneto sì ma in Riviera del Brenta dove l’acqua è una costante e sono finito a lavorare a Venezia che quanto ad acqua e a bellezza non ha bisogno di presentazi­oni, sì, mi sento fortunato». ( m.za.)

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