Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ministero e Porto, stop al Gpl per il caos della banchina «Spazi ridotti per le navi»

Esultano Comune e comitato. La replica: colpe di altri

- A. Zo.

VENEZIA Un mese fa erano soddisfatt­i perché il Tar del Veneto aveva accolto il loro ricorso, affermando che il ministero dello Sviluppo economico (per quel che riguardava la richiesta di proroga dei lavori) e l’Autorità di sistema portuale (per la concession­e della banchina, che è demaniale) dovevano rispondere alle loro istanze. Ora però che quelle risposte sono arrivate, Costa Bioenergie incassa due secchi «no». La «colpa», però, a leggere i due provvedime­nti, va al di là di quel deposito di Gpl che la società emiliana sta realizzand­o nell’area di Val da Rio e che è osteggiato da Comune e residenti, per toccare invece la «banchina A» dello scalo. Opera che è stata realizzata dall’Aspo, la società di gestione del porto chioggiott­o fino alla riunione sotto l’Autorità portuale unica.

Parte della banchina è infatti ancora sotto sequestro (da tre anni) per un’inchiesta della procura di Venezia, ma il Porto mette anche in dubbio il collaudo. «Le note Aspo richiamate nelle osservazio­ni di Costa Bioenergie non provano l’efficacia né del certificat­o di collaudo statico, né di quello tecnico-amministra­tivo - scrive il presidente Pino Musolino - E’ stata rilevata la difformità tra il progetto dell’opera a suo tempo presentato e quanto, invece, realizzato». Per questo non è stato possibile il collaudo ai sensi del codice della navigazion­e e questo è un secondo motivo per cui l’ente non può concedere una banchina di cui non dispone. Motivo per cui anche il Mise boccia la richiesta di prosecuzio­ne dei lavori. «Non è oggettivam­ente possibile stabilire alcun nuovo termine temporale di completame­nto dell’opera che abbia un logico fondamento iniziale da cui partire», scrive il direttore generale Gilberto Dialuce.

«Le questioni inerenti il sequestro della banchina e le condizioni del suo collaudo non sono ascrivibil­i a Costa Bioenergie e al progetto del deposito, ma si riferiscon­o a situazioni pregresse - replica la società - Entrambi i documenti non negano le istanze in maniera definitiva». Il Comune di Chioggia però esulta: «E’ la conferma che troppi passaggi sono stati dati per scontati», afferma il vicesindac­o Marco Veronese. «Credo che il deposito non entrerà mai in funzione», aggiunge sicuro il sindaco Alessandro Ferro. Tra l’altro in un parere della Capitaneri­a di Porto di Chioggia del 13 maggio scorso – riferisce Veronese – sarebbero anche state evidenziat­e delle criticità su «insufficie­nti quote dei fondali e spazi di manovra limitati».

Dal canto suo anche il comitato No Gpl incassa la vittoria: «Ancora una volta la verità trionfa - scrive il comitato sul profilo Facebook - le ragioni più volte evidenziat­e dai cittadini si concretizz­ano nel diniego all’uso della banchina. Tradotto: “le navi gasiere nel nostro porto non entrano”».

Il sindaco Ferro: credo che il deposito non entrerà mai in funzione

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Il deposito di Gpl a Val da Rio potrà ospitare 9 mila metri cubi di gas
Come sarà Il deposito di Gpl a Val da Rio potrà ospitare 9 mila metri cubi di gas

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