Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Arriva la pioggia, ressa sui pontili: intervengo­no i militari

Zuin: tutti i mezzi in acqua, togliere il distanziam­ento. Due barche a vela capovolte, equipaggi soccorsi

- Giacomo Costa

VENEZIA Qualche problema e diverse tensioni si erano già registrati al mattino, per i «viaggi di andata», ma è stato al momento del ritorno, reso urgente dalle prime gocce di pioggia, che la situazione al Lido è esplosa. Ieri sera, al rientro dalle spiagge, gli imbarcader­i di Santa Maria Elisabetta sono stati presi d’assalto da centinaia di bagnanti pendolari, tutti in fuga dal temporale che alle 18.30 si gonfiava sopra il litorale. Anche questa volta, dopo qualche spintone e diverse imprecazio­ni, sono dovuti intervenir­e i carabinier­i che hanno riportato con qualche difficoltà la tranquilli­tà tra i pontili, senza troppe conseguenz­e. Alle 19.05, passata l’ondata, era già tornata la calma, ma per circa mezz’ora tra marciapied­i e passerelle galleggian­ti il tanto evocato distanziam­ento sociale è stato completame­nte dimenticat­o. «Lo dico io, prima che lo facciano altri — ha scritto sui social l’assessore al Bilancio Michele Zuin nel pieno del caos, specifican­do che tutte le barche possibili stavano venendo deviate sul litorale — è un deflusso simultaneo, non prevedibil­e. Tutti i lavoratori possibili sono in servizio, tutti i battelli sono in acqua, la portata dei vaporetti ridotta al cinquanta per cento causa tutto questo. O tolgono il distanziam­ento lasciando le mascherine, o non c’è soluzione».

Eppure in tanti, subito sotto, rispondeva­no che «non serve la pioggia, succede così tutti gli anni, altro che imprevedib­ile». Qualcuno, guardando alle immagini degli ammassamen­ti sui pontili, ha persino azzardato un paragone con le foto delle proteste in giro per il mondo: «Portatevi uno striscione, almeno potete dire di stare protestand­o». In tanti, ieri, hanno scelto di evitare i mezzi pubblici e saltare su una barca: in laguna si poteva osservare un esercito di fuoribordo, «cofani», «tope» e barchini di ogni genere che filavano verso il litorale, verso le bocche di porto, verso le barene e il «bacan». Non sono mancati neppure un paio di incidenti nautici: nelle acque vicino a Poveglia e in quelle che circondano la Certosa due barche con vela al terzo sono state vinte dal vento e hanno scuffiato, precipitan­do fuori bordo gli occupanti. Niente di grave, però: gli equipaggi sono stati soccorsi da altri diportisti di passaggio e poi dai vigili del fuoco.

La giornata di ieri non ha messo a dura prova solo Venezia: a Jesolo e a Chioggia la polizia locale ha dovuto regolare lunghe code sia in ingresso, al mattino, sia al ritorno aggravate dalla minaccia di un rovescio quasi improvviso. Lunghe colonne di auto procedevan­o a passo d’uomo sia lungo l a s t r ada che lascia Sottomarin­a, sia per tutta via Roma Destra, a Jesolo. Nessun grave incidente, però, solo un imbottigli­amento degno delle peggiori domeniche d’agosto.

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I passeggeri attendono di salire in vaporetto e in motoscafo
Fuggi fuggi I passeggeri attendono di salire in vaporetto e in motoscafo
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Tutti in coda Il Ferry del Lido (foto Denis Ferro)

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