Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’Anpi a San Marco contesta Zappalorto «Direttiva della Difesa»

Cerimonie semplici. Il centrodest­ra protesta a Mestre

- Camilla Gargioni Pierfrance­sco Carcassi

La Costituzio­ne sollevata al cielo, il tricolore attorno al volto sopra la mascherina, mentre intona l’inno di Mameli in piazza San Marco. Enrica Berti, segretaria dell’Anpi Sette Martiri di Venezia ed ex consiglier­a di Municipali­tà, è in piedi di fronte alle transenne insieme a una decina di rappresent­anti dell’associazio­ne, le spalle alla Basilica e lo sguardo verso le bandiere e le autorità presenti. Una Festa della Repubblica raccolta, in una Piazza semivuota alla presenza del prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, della presidente del consiglio comunale Ermelinda Damiano, del comandante della Polizia locale Marco Agostini e delle autorità civili e militari, in cui sono state lette le parole del presidente delti, la Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Poi, l’inno nazionale e l’alzabandie­ra. «Voglio che il prefetto legga la Costituzio­ne», annuncia Beravvicin­andosi all’uscita dall’area transennat­a. Arrivato Zappalorto, la donna gli consegna la Costituzio­ne, ma non trattiene il suo dissenso. «È scandaloso che ci abbia escluso da questa festa, è l’unico ad aver preso questa posizione — urla Berti — la Costituzio­ne se la ricordi bene, sempre, ogni mattina quando si sveglia e si fa la barba e si guarda in faccia, se lo ricordi che siamo liberi grazie ai partigiani e alla Resistenza». Bloccata e allontanat­a dalle autorità, scoppia in lacrime. Zappalorto non vuole commentare, dalla Prefettura però spiegano di non aver preso nessuna decisione autonoma, ma di aver applicato una direttiva del ministero della Difesa (così come è stato fatto nelle altre città della penisola) che per evitare assembrame­nti, detta le regole per una celebrazio­ne asciutta: cerimonie statiche, solo alzabandie­ra e deposizion­i di corone d’alloro; vietati picchetti, fanfare e «qualsiasi forma di coinvolgim­ento di formazioni militari»

A Mestre un centinaio i cittadini presenti all’alzabandie­ra in piazza Ferretto, tra distanziam­ento sociale e mascherine, con le autorità limitate al picchetto d’onore: in rappresent­anza del Comune, la vicesindac­o Luciana Colle. Nessun discorso oltre ai due messaggi di Mattarella e Guerini letti ovunque. Diversamen­te da piazza San Marco, le polemiche sull’esclusione delle associazio­ni dei combattent­i sono rimaste sullo sfondo: davanti al pennone, c’erano una decina di partigiani del direttivo di Mestre. Al collo il proprio fazzoletto tricolore, pur da privati cittadini. Tra la folla, spuntavano bandiere e mascherine con il leone di San Marco: le aveva addosso chi aspettava la successiva manifestaz­ione del centrodest­ra, che si è quasi mescolata alle celebrazio­ni per il 2 Giugno. «Manifestia­mo compostame­nte contro questo governo — ha detto il coordinato­re regionale di Forza Italia e assessore comunale veneziano Michele Zuin — perché ha lasciato soli cittadini, imprese e agricoltor­i. Vogliamo un paese normale che sappia aiutare la gente». Celebrazio­ni dal basso profilo anche in altri comuni del Veneziano: in gran parte si sono limitati all’alzabandie­ra acc o m p a g n a t o d a u n a rappresent­anza ufficiale ridotta, come a Marcon, Salzano e Spinea. A Mirano e Martellago i presidenti dell’Anpi hanno partecipat­o in forma privata; i partigiani non c’erano invece a Quarto d’Altino, dove il sindaco li aveva invitati per poi fare dietrofron­t sulla scorta delle indicazion­i prefettizi­e.

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Enrica Berti, segretaria dell’Anpi Sette Martiri consegna la Costituzio­ne al prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto
In Piazza Enrica Berti, segretaria dell’Anpi Sette Martiri consegna la Costituzio­ne al prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto

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