Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’Anpi a San Marco contesta Zappalorto «Direttiva della Difesa»
Cerimonie semplici. Il centrodestra protesta a Mestre
La Costituzione sollevata al cielo, il tricolore attorno al volto sopra la mascherina, mentre intona l’inno di Mameli in piazza San Marco. Enrica Berti, segretaria dell’Anpi Sette Martiri di Venezia ed ex consigliera di Municipalità, è in piedi di fronte alle transenne insieme a una decina di rappresentanti dell’associazione, le spalle alla Basilica e lo sguardo verso le bandiere e le autorità presenti. Una Festa della Repubblica raccolta, in una Piazza semivuota alla presenza del prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, della presidente del consiglio comunale Ermelinda Damiano, del comandante della Polizia locale Marco Agostini e delle autorità civili e militari, in cui sono state lette le parole del presidente delti, la Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Poi, l’inno nazionale e l’alzabandiera. «Voglio che il prefetto legga la Costituzione», annuncia Beravvicinandosi all’uscita dall’area transennata. Arrivato Zappalorto, la donna gli consegna la Costituzione, ma non trattiene il suo dissenso. «È scandaloso che ci abbia escluso da questa festa, è l’unico ad aver preso questa posizione — urla Berti — la Costituzione se la ricordi bene, sempre, ogni mattina quando si sveglia e si fa la barba e si guarda in faccia, se lo ricordi che siamo liberi grazie ai partigiani e alla Resistenza». Bloccata e allontanata dalle autorità, scoppia in lacrime. Zappalorto non vuole commentare, dalla Prefettura però spiegano di non aver preso nessuna decisione autonoma, ma di aver applicato una direttiva del ministero della Difesa (così come è stato fatto nelle altre città della penisola) che per evitare assembramenti, detta le regole per una celebrazione asciutta: cerimonie statiche, solo alzabandiera e deposizioni di corone d’alloro; vietati picchetti, fanfare e «qualsiasi forma di coinvolgimento di formazioni militari»
A Mestre un centinaio i cittadini presenti all’alzabandiera in piazza Ferretto, tra distanziamento sociale e mascherine, con le autorità limitate al picchetto d’onore: in rappresentanza del Comune, la vicesindaco Luciana Colle. Nessun discorso oltre ai due messaggi di Mattarella e Guerini letti ovunque. Diversamente da piazza San Marco, le polemiche sull’esclusione delle associazioni dei combattenti sono rimaste sullo sfondo: davanti al pennone, c’erano una decina di partigiani del direttivo di Mestre. Al collo il proprio fazzoletto tricolore, pur da privati cittadini. Tra la folla, spuntavano bandiere e mascherine con il leone di San Marco: le aveva addosso chi aspettava la successiva manifestazione del centrodestra, che si è quasi mescolata alle celebrazioni per il 2 Giugno. «Manifestiamo compostamente contro questo governo — ha detto il coordinatore regionale di Forza Italia e assessore comunale veneziano Michele Zuin — perché ha lasciato soli cittadini, imprese e agricoltori. Vogliamo un paese normale che sappia aiutare la gente». Celebrazioni dal basso profilo anche in altri comuni del Veneziano: in gran parte si sono limitati all’alzabandiera acc o m p a g n a t o d a u n a rappresentanza ufficiale ridotta, come a Marcon, Salzano e Spinea. A Mirano e Martellago i presidenti dell’Anpi hanno partecipato in forma privata; i partigiani non c’erano invece a Quarto d’Altino, dove il sindaco li aveva invitati per poi fare dietrofront sulla scorta delle indicazioni prefettizie.