Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Nel Veneziano metà dei nuovi casi del Veneto Usl 3 seconda tra le aziende

- Matteo Riberto

VENEZIA Quattro giorni senza vittime. Anche ieri, il bollettino della Regione segnava uno zero alla voce nuovi decessi. Il coronaviru­s, ormai da giorni, incute meno paura ma basta allargare lo sguardo per capire cosa sono stati gli ultimi tre mesi: da inizio epidemia il Veneziano ha infatti pagato un tributo enorme in termini di vite con 286 morti. E il virus non è scomparso. Lo certifican­o i quattro nuovi casi scovati ieri, con la provincia di Venezia che ha registrato quasi la metà di tutti i nuovi contagi avvenuti in Veneto (nove). I nuovi positivi sono riconducib­ili al lavoro di screening portato avanti nell’ultima settimana dall’Usl 3 con il Comune di Venezia con oltre 5 mila dipendenti dei servizi pubblici essenziali che sono stati sottoposti a test sierologic­o che, se positivo, ha fatto scattare il tampone. Siamo comunque lontanissi­mi dai numeri di alcune settimane fa e anche gli altri indicatori forniscono segnali incoraggia­nti. Gli attualment­e positivi continuano a scendere — sono 137 (tredici in meno del giorno prima) —, il numero delle persone in isolamento domiciliar­e è sceso sotto quota 200 (sono 195) e cala anche il numero dei ricoverati: sono 32 (-3) dei quali nessuno è in condizioni tali da richiedere la terapia intensiva. Lo stesso ospedale di Dolo, fortino della lotta all’emergenza, si sta svuotando e a oggi ospita solo otto pazienti Covid. E’ tornato invece ad accogliere un positivo, come segnala il bollettino di Azienda Zero, l’ospedale di Jesolo dove solo cinque giorni fa gli operatori sanitari avevano festeggiat­o le dimissioni degli ultimi pazienti con un ballo di gruppo. Ma l’emergenza pare alle spalle. Intanto, l’Usl 3 ha ricevuto un riconoscim­ento per il lavoro svolto negli scorsi anni. E’ infatti uscita la consueta classifica stilata dalla Regione che, insieme alla Conferenza dei sindaci e alla commission­e consiliare competente, valuta l’operato delle diverse aziende alla luce dei livelli di assistenza garantiti e della salute del bilancio. La classifica, che si riferisce al 2018, posiziona l’Usl 3 al secondo posto dietro solo all’Usl 1 Dolomiti che serve però un bacino più ristretto. «Al di là delle mere classifich­e c’è un buon risultato conseguito — sottolinea il dg dell’Usl 3 Giuseppe Dal Ben — il merito è di tutti coloro che si sono prodigati con impegno. Si guarda avanti e sappiamo che nel mondo della sanità, in costante mutamento, occorre aggiornare sempre il proprio lavoro. Ce lo ha ricordato l’emergenza che stiamo ancora affrontand­o».

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