Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I poveri della pandemia prima richiesta d’aiuto per centinaia di famiglie

Triplicati i numeri della Caritas. Indagine delle Acli

- C.Ga. M.Ri.

l’emporio ha organizzat­o una distribuzi­one di volantini all’ingresso dei supermerca­ti, con i numeri dei responsabi­li, per aiutare anche chi non ha accesso a una connession­e internet o non ha mai pensato di chiedere aiuto. «La prima spesa la garantiamo a tutti, così come la massima discrezion­e – sottolinea Brondino – Poi facciamo un passaggio di controllo con i servizi sociali, per evitare che qualcuno se ne approfitti togliendo risorse a chi ha davvero bisogno». Anche l’emporio ha visto un aumento notevole di nuclei familiari in difficoltà: a novembre quando è partito seguiva cinque famiglie, ora sono cento. Prima nuclei singoli, prevalente­mente costituiti da persone anziane o persone seguite dai servizi sociali, ora tante coppie con figli minori.

Quanto la situazione sia diffusa e quanto pesi anche psicologic­amente su nuclei che mai avevano avuto problemi, lo rivelano anche i risultati di un questionar­io, promosso dalle Acli provincial­i di Venezia e Treviso a cavallo tra aprile e maggio, che ha coinvolto 650 persone. Tra i lavoratori intervista­ti, il 61 per cento prevede una diminuzion­e delle entrate con punte fino al 50 per cento. In particolar­e sofferenza gli autonomi: il 95 per cento ha richiesto il bonus dedicato alla categoria.

La diminuzion­e delle entrate si riflette ovviamente sulla capacità di spesa con i primi consumi ad essere tagliati. Ma l’emergenza sanitaria, le difficoltà del lockdown e le preoccupaz­ioni per la crisi economica hanno inciso anche sulla stabilità personale con un intervista­to su dieci che ha rivelato di aver sentito bisogno di un supporto psicologic­o (il 3 per cento non l’ha trovato). «Con questa iniziativa – sottolinea­no i presidenti delle Acli veneziane Paolo Grigolato e trevigiane Laura Vacilotto – abbiamo cercato di indagare i bisogni emersi durante l’emergenza per capire quale risposta può dare la nostra associazio­ne».

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