Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il teatro dal vivo riparte domani con Pennacchi

Domani all’aperto la pièce «Eroi» per 110 spettatori

- Francesco Barana

Il primo spettacolo di teatro dal vivo in Veneto, domani sera al Piccolo Teatro Dante di Vittorio Veneto vedrà protagonis­ta Andrea Pennacchi. «Porto in scena Eroi da anni, ma questa volta sarà diverso, questa volta salire su un palco sarà ancora più significat­ivo. Riparte finalmente il teatro nella sua dimensione naturale, quella fisica, del live». Andrea Pennacchi è emozionato. L’attore padovano, volto notissimo di Propaganda Live su La7, aprirà con il monologo Eroi, ispirato all’Iliade, la prima edizione del «Festival delle 9 arti», rassegna indipenden­te ideata dall’Accademia teatrale Da Ponte, a Vittorio Veneto fino al 9 settembre.

Tre mesi di teatro e non solo: in cartellone anche concerti musicali, spettacoli di danza, proiezioni cinematogr­afiche, mostre d’arte, di scultura, pittura e fotografia, focus sulla poesia e anche sul mondo dei fumetti.

«Una contaminaz­ione tra arti», la definisce Edoardo Fainello, attore e direttore del festival e dell’Accademia Da Ponte. «Arte intesa nella sua “dimensione umana e non elitaria, un qualcosa che appartiene a tutti», spiega Fainello.

Ovviamente tutto si svolgerà nel rigido rispetto dei protocolli sanitari. «Non abbiamo lasciato nulla al caso – dice Fainello – le persone saranno a un metro di distanza uno dall’altra, con eccezione dei conviventi e dei nuclei familiari che faremo accomodare nei tavolini di legno.

Sul prato in piano davanti al palco abbiamo messo le sedie, sul prato in collina invece dei cartellini con le indicazion­i. Ci aiuterà una squadra di volontari che misurerà la febbre al pubblico e controller­à che ognuno rispetti il distanziam­ento. Solo una volta seduti ci si potrà togliere la mascherina. Con le muove disposizio­ni passeremo dalla capienza standard di 300 spettatori a 110 posti, ma abbiamo già esaurito le prenotazio­ni online e questa è la notizia più bella».

Fainello temeva l’effetto psicologic­o del Covid-19, cioè la paura delle persone a tornare alla socialità.

«Invece la gente ha voglia di teatro, qualcuno ci ha pure fatto delle donazioni. Abbiamo anche raggiunto il target di pubblico che ci eravamo prefissati, i molto giovani e gli anziani».

Una gestione che dimostra che «si può fare teatro anche con la regola del distanziam­ento di un metro». Anche sul palco: molti spettacoli del Festival saranno monologhi, ma già domenica è in scena Il Me r cant e di Vene z ia di Shakespear­e riallestit­o da Fainello (che firma anche la regia). «L’abbiamo adattato in modo che gli attori restino a distanza. Ma se allestissi spettacoli presi dal teatro greco, che non ha interazion­e fisica, non dovrei nemmeno riadattarl­i».

Fainello ha fondato il Piccolo Teatro Dante sette anni fa: «Ero appena tornato da Londra e volevo creare un’atmosfera simile, palco in legno rinascimen­tale, prato e tavolini di legno. E spettacoli con gli attori in mezzo al pubblico. In Inghilterr­a tanto teatro è all’aperto anche nei mesi invernali, potrebbe essere un’idea anche per noi, almeno finché dovremo convivere col virus».

Il «Festival delle 9 arti» è alla prima edizione, ma Fainello lo vuole sviluppare: «Vorremmo diventasse una manifestaz­ione estiva abituale. E già dall’anno prossimo speriamo di dislocarla su più sedi del trevigiano, comprese le colline del prosecco, dove oggi il turismo è mordi e fuggi. L’obiettivo è restituire al Veneto la sua dimensione culturale. Ai tempi della Serenissim­a il Veneto culturalme­nte era quello che è oggi New York».

L’emozione Questa volta sul palco sarà la più importante: è lo spettacolo che ricomincia live

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