Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il mafioso: «Miglioranz­i è contento, ha preso i soldi»

Le intercetta­zioni: l’«avvocato», i dirigenti, gli affari

- Laura Tedesco

VERONA «Andiamo!...È contento, gli ho dato 3mila euro! Gli ho detto che ha da sistemare la sua fidanzata»! Ore 19.42 del 3 maggio 2018: a esultare così al telefono annunciand­o alla moglie di aver appena «dato 3mila euro» all’allora presidente in carica di Amia Andrea Miglioranz­i è Nicola Toffanin, detto l’«avvocato», braccio destro del boss Antonio Giardino, alias «Totareddu Toffanin (originario di Occhiobell­o e residente a Verona) è definito nell’ordinanza «uno degli organizzat­ori della cosca Arena-Nicoscia a Verona, con compiti di pianificaz­ione ed individuaz­ione delle azioni delittuose da perpetrare», mentre Amia spa è l’azienda multiservi­zi che gestisce i rifiuti a Verona e provincia: le sue 495mila azioni sono possedute in toto da Agsm (azienda generale servizi municipali di Verona), anch’essa spa, a esclusivo capitale pubblico locale.

Il gip Barbara Lancieri ha disposto per entrambi l’arresto e, da mercoledì notte, Miglioranz­i è ai domiciliar­i mentre Toffanin, accusato anche di associazio­ne mafiosa, si trova in carcere. Ai due, per questo episodio che scuote come un terremoto i vertici di Amia, si contestano corruzione e tentata turbativa d’asta. Accusa, la seconda, che ha fatto finire ai domiciliar­i anche Ennio Cozzolotto, tuttora direttore di Amia, perché in concorso con Miglioranz­i «in qualità di pubblici ufficiali e abusando delle loro qualità e dei loro poteri turbavano la gara sulla fornitura di formazione per corsi antincendi­o». Peccato che in realtà si trattasse, in base a quanto emerge dalle carte, di «corsi “quasi” fantasma, favorendo Francesco Vallone (anch’egli finito in carcere come “organizzat­ore dell’attività mafiosa”, ndr) ». Vallone, titolare del centro studi Enrico Fermi di Verona, secondo l’accusa oltre a «permettere all’associazio­ne di far conseguire titoli di studio a numerosi sodali tra cui Ottavio Lumastro e Alfonso Giardino (entrambi “alle dipendenze di Totareddu”) al fine di accrescere la loro capacità affaristic­a e di inseriment­o nel sistema economico veronese » , incarna una figura centrale nell’«azione corruttiva focalizzat­a su Amia.

A spiegarlo è il gip: «Le indagini hanno fornito adeguata prova che Vallone e Toffanin hanno pagato del denaro e ne hanno promesso dell’altro per potersi aggiudicar­e la gestione di corsi di formazione per conto di Amia spa».In particolar­e, « i due hanno consegnato 3mila euro a Miglioranz­i, che li ha ricevuti, per gestire l’assegnazio­ne di questi corsi » inserendo il centro Fermi di Vallone nell’elenco dei soggetti accreditat­i presso Amia, «con l’impegno di far sapere in anticipo quali offerte venissero fatte dagli altri partecipan­ti alla gara», al fine di aggiudicar­sela con offerte più vantaggios­e. «All’accordo criminoso ha partecipat­o anche il direttore Cozzolotto, che è intervenut­o alle riunioni e ha fornito indicazion­i, anche se - scrive il gip - non vi sono elementi sicuri che consentano di dire che avesse già percepito del denaro». Per questo, a Cozzolotto non si contesta la corruzione - accusa di cui invece risponde Miglioranz­i per aver «ricevuto i 3mila euro» il 3 maggio 2018 - ma la sola turbativa d’asta «tentata». Infatti, precisa il gip, «non vi è negli atti la prova che questa gara (per l’assegnazio­ne al Fermi dei corsi di formazione “fittizi” in Amia, ndr) sia mai stata fatta». A carico di Cozzolotto e Miglioranz­i, il pm ipotizzava inoltre il concorso esterno in associazio­ne mafiosa sostenendo che «i dirigenti Amia erano perfettame­nte al corrente di chi avevano di fronte», ma il gip non condivide: «Non vi sono elementi - puntualizz­a l’ordinanza - che Cozzolotto e Miglioranz­i sapessero che Toffanin e Vallone appartenes­sero a un’associazio­ne mafiosa » . Secondo il giudice, quindi, «la vicenda illegale si è dipanata seguendo schemi propri dei reati contro la Pubblica Amministra­zione».

A svelarne i retroscena sono le conversazi­oni, come quelle datate 10 aprile 2018 riguardo ai «termini dell’accordo corruttivo». Al telefono, Vallone ( V.) e Miglioranz­i (M.)parlano di «un versamento (al presidente Amia, ndr) per un totale di 16mila euro». V.: «L’associazio­ne come fa il versamento»? M.: «Allora, io farei un versamento con tutti gli estremi del conto » . V.: «Sì». M:«Diciamo, di 14mila euro direttamen­te sul conto, tu riesci a fare una roba a parte tipo cash?». V.:«Per un totale

"Adesso lo abbiamo compromess­o! Ha i suoi soldi, si chiama concussion­e

"Con la legge Severino non può neanche ricandidar­si politicame­nte

di 16mila, giusto » ? . M: «Sì!». V:«Come causale cosa mettiamo?». M.: «Puoi mettere “finanziame­nto attività politico sociali e cose del genere, senza problemi...». Quel pomeriggio, Vallone telefona al suo commercial­ista e i due esprimono forti perplessit­à sul fatto che Miglioranz­i resti presidente di Amia visto l’esito delle elezioni comunali:«È andato su Sboarina (attuale sindaco, ndr) » dice Vallone al commercial­ista che lo avverte: «Sì, ma lo “trombano” lui (Miglioranz­i, ndr) perché è Tosi, lo trombano...». Dare denaro a Miglioranz­i, quindi, diventava rischioso e Vallone confrontan­dosi col commercial­ista ha «realizzato che in fondo - scrive il gip - non sta facendo poi questo grande affare». Tanto è vero che il 27 aprile,alla moglie, Toffanin dice che sono «maggiormen­te interessat­i ad agganciare Cozzolotto che è destinato a rimanere in Amia, e a sedurlo con proposte allettanti, a lui che pare sensibile “alla bella vita”»: «Dobbiamo agganciarc­i a questo - spiega Toffanin - è un tecnico forte, è lui che decide tutti i lavori, perché qualsiasi presidente viene e va», invece «il direttore resta». Ancora: «A lui (Cozzolotto, ndr) piace bere bene,

lui piace bere bene, bollicine, whisky, e le donne...Se ci fa fare bei lavori si guadagna la escort...gli piace la bella vita e noi gliela facciamo fare

bollicine, whisky, e le donne...Se ci fa fare bei lavori si guadagna la escort e la cena romantica con la escort...gli piace la bella vita e noi gliela facciamo fare».Il successivo 3 maggio Toffanin consegna i 3mila euro a Miglioranz­i e commenta al la mogl ie: «Adesso lo abbiamo compromess­o! Ha i suoi soldi, si chiama concussion­e aggravata, dai 2 ai 6 anni, con la legge Severino non può neanche candidarsi politicame­nte!».

Eloquenti le conclusion­i tratte dal gip, secondo cui « Miglioranz­i e Cozzolotto hanno svenduto la funzione pubblica dimostrand­o di essere “in vendita” per poche migliaia di euro, accecati solo dal desiderio di conseguire maggiori profitti, senza che risulti che ne avessero necessità alcuna... esponendo a gravissimo pericolo la funzione pubblica».Peraltro, «le intercetta­zioni hanno dimostrato che l’operazione di corruzione avviata dal clan a Verona costituiva un primo approccio per l’instaurazi­one di una solida collaboraz­ione criminale a cui i due indagati ( Miglioranz­i e Cozzolotto, ndr) sembrano fermamente intenziona­ti a dare seguito».

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Ex presidente Andrea Miglioranz­i ha guidato Amia fino al 2018 (foto da Instagram)

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