Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Le mie indagini per Tosi»

- di Andrea Priante

VERONA «È tutto fatturato, tutto dimostrabi­le...». Angela Stella Sole è la detective che lavorò per l’ex sindaco Flavio Tosi. Ora è indagata per concorso in peculato.

VERONA «È tutto fatturato, tutto dimostrabi­le...». Angela Stella Sole allarga le braccia. Ha 61 anni ed è la titolare della Veneta Investigaz­ioni, l’agenzia di detective privati attraverso la quale sarebbero transitati i soldi (pubblici) prelevati dalle casse di Amia per pagare i servizi resi all'ex sindaco di Verona, Flavio Tosi. «È assurdo: non è mai accaduto nulla del genere».

Anche lei, assistita dagli avvocati Roberto Bussinello e Matteo Destri, è finita nell’elenco degli indagati stilato dalla Dda di Venezia. L’accusa è di concorso in peculato.

Tutto ruota intorno a Nicola Toffanin. Lo chiamano «l’avvocato» ed è ritenuto l’organizzat­ore della attività criminose della famiglia Giardino. «Ma per me è sempre stato solamente un collaborat­ore di mio fratello, il quale ha un’azienda che si occupa di sicurezza, specializz­ata in bonifiche ambientali, cioè nel verificare l’eventuale presenza di microspie», spiega la titolare della Veneta Investigaz­ioni. «Non ho mai neppure conosciuto i Giardino, e se avessi sospettato che Toffanin aveva collegamen­ti con la ‘ndrangheta l’avrei tenuto ben alla larga. Quando ho scoperto i sospetti che l’Antimafia nutre nei suoi confronti, mi sono sentita tradita».

La versione di Angela Stella Sole è chiara: per lei Toffanin era un commercial­e, uno che procacciav­a clienti per la ditta del fratello. Nient’altro. «Nel giugno del 2017 mi contattò dicendomi che Amia aveva bisogno dei nostri servizi. Non posso entrare nel dettaglio, mi limito a dire che si trattava di verificare dei presunti illeciti che stavano avvenendo ai danni dell’azienda pubblica » . Per l’agenzia investigat­iva fu un contratto importante, anche dal punto di vista economico. «Poi si portò dietro un altro lavoro, a novembre di quell’anno: dovevamo indagare su alcuni “furbetti” che scaricavan­o illegalmen­te i rifiuti in alcune zone della città. Si trattava soprattutt­o di materiale edile. Svolgemmo il nostro compito e furono emesse regolari fatture, tutto alla luce del sole». Magari può sorprender­e che un’azienda pubblica come Amia - all’epoca presieduta da un forte alleato di Tosi, Andrea Miglioranz­i, ora ai domiciliar­i - si rivolga addirittur­a a dei detective per smascherar­e chi smaltisce abusivamen­te i rifiuti, ma la titolare dell’agenzia non ci trova nulla di strano: «Con Amia abbiamo collaborat­o in diverse occasioni».

Più o meno nello stesso periodo, Toffanin torna a farsi sentire. «Ci propose un lavoro per conto di Flavio Tosi: voleva capire se qualcuno del suo team avesse tramato nell’ombra per danneggiar­lo», spiega. E qui occorre fare un passo indietro: tra maggio e giugno 2017, nel pieno della campagna elettorale per le elezioni del Comune di Verona, uscirono alcune foto compromett­enti che ritraevano Flavio Tosi e la sua compagna ( nonché candidata sindaca) Patrizia Bisinella in compagnia dell’ex vicesindac­o Vito Giacino, condannato per concussion­e. «Tosi voleva sapere chi ci fosse dietro quel dossieragg­io», spiega l’investigat­rice. «Ci abbiamo lavorato, avevamo dei sospetti, ma non siamo riusciti a chiudere il cerchio».

Secondo la Dda di Venezia,

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La detective Non ho mai avuto nulla a che fare con la famiglia Giardino

quelle per conto di Amia erano delle fatture emesse per servizi che, in realtà, l’agenzia non avrebbe mai svolto. Il denaro, invece, serviva a pagare l’indagine fatta per conto di Flavio Tosi. «Ma non è affatto vero- assicura Sole - si tratta di due attività diverse; le uniche che ci furono affidate per il tramite di Toffanin, il quale chiese una commission­e».

L’investigat­rice però non dice come mai la Dda non abbia trovato le fatture di pagamento dell’ex sindaco. Una possibile spiegazion­e è che la prestazion­e non sarebbe mai stata pagata, magari proprio perché la caccia al «corvo» si rivelò infruttuos­a. Ma anche questo è tutto da dimostrare.

Intanto, nel suo ufficio all’interno di un condominio a due passi da Piazza Bra, Angela Stella Sole scuote la testa: «Questa agenzia la fondò mio padre nel 1963 e ci siamo sempre distinti per profession­alità e serietà. Ora ci ritroviamo sbattuti sui giornali per trame politiche e operazioni illegali che non ci appartengo­no».

I difensori ostentano sicurezza: «È tutto documentat­o - spiega Matteo Destri - e non esistono fatture emesse per operazioni irregolari o inesistent­i. Sono convinto che l’accusa di concorso in peculato sia destinata a cadere e che la procura chiederà, per la mia cliente, l’archiviazi­one».

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Veronese Angela Stella Sole, 61 anni, è la titolare della Veneta Investigaz­ioni con sede a Verona. È indagata per peculato in concorso
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