Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Le mie indagini per Tosi»
VERONA «È tutto fatturato, tutto dimostrabile...». Angela Stella Sole è la detective che lavorò per l’ex sindaco Flavio Tosi. Ora è indagata per concorso in peculato.
VERONA «È tutto fatturato, tutto dimostrabile...». Angela Stella Sole allarga le braccia. Ha 61 anni ed è la titolare della Veneta Investigazioni, l’agenzia di detective privati attraverso la quale sarebbero transitati i soldi (pubblici) prelevati dalle casse di Amia per pagare i servizi resi all'ex sindaco di Verona, Flavio Tosi. «È assurdo: non è mai accaduto nulla del genere».
Anche lei, assistita dagli avvocati Roberto Bussinello e Matteo Destri, è finita nell’elenco degli indagati stilato dalla Dda di Venezia. L’accusa è di concorso in peculato.
Tutto ruota intorno a Nicola Toffanin. Lo chiamano «l’avvocato» ed è ritenuto l’organizzatore della attività criminose della famiglia Giardino. «Ma per me è sempre stato solamente un collaboratore di mio fratello, il quale ha un’azienda che si occupa di sicurezza, specializzata in bonifiche ambientali, cioè nel verificare l’eventuale presenza di microspie», spiega la titolare della Veneta Investigazioni. «Non ho mai neppure conosciuto i Giardino, e se avessi sospettato che Toffanin aveva collegamenti con la ‘ndrangheta l’avrei tenuto ben alla larga. Quando ho scoperto i sospetti che l’Antimafia nutre nei suoi confronti, mi sono sentita tradita».
La versione di Angela Stella Sole è chiara: per lei Toffanin era un commerciale, uno che procacciava clienti per la ditta del fratello. Nient’altro. «Nel giugno del 2017 mi contattò dicendomi che Amia aveva bisogno dei nostri servizi. Non posso entrare nel dettaglio, mi limito a dire che si trattava di verificare dei presunti illeciti che stavano avvenendo ai danni dell’azienda pubblica » . Per l’agenzia investigativa fu un contratto importante, anche dal punto di vista economico. «Poi si portò dietro un altro lavoro, a novembre di quell’anno: dovevamo indagare su alcuni “furbetti” che scaricavano illegalmente i rifiuti in alcune zone della città. Si trattava soprattutto di materiale edile. Svolgemmo il nostro compito e furono emesse regolari fatture, tutto alla luce del sole». Magari può sorprendere che un’azienda pubblica come Amia - all’epoca presieduta da un forte alleato di Tosi, Andrea Miglioranzi, ora ai domiciliari - si rivolga addirittura a dei detective per smascherare chi smaltisce abusivamente i rifiuti, ma la titolare dell’agenzia non ci trova nulla di strano: «Con Amia abbiamo collaborato in diverse occasioni».
Più o meno nello stesso periodo, Toffanin torna a farsi sentire. «Ci propose un lavoro per conto di Flavio Tosi: voleva capire se qualcuno del suo team avesse tramato nell’ombra per danneggiarlo», spiega. E qui occorre fare un passo indietro: tra maggio e giugno 2017, nel pieno della campagna elettorale per le elezioni del Comune di Verona, uscirono alcune foto compromettenti che ritraevano Flavio Tosi e la sua compagna ( nonché candidata sindaca) Patrizia Bisinella in compagnia dell’ex vicesindaco Vito Giacino, condannato per concussione. «Tosi voleva sapere chi ci fosse dietro quel dossieraggio», spiega l’investigatrice. «Ci abbiamo lavorato, avevamo dei sospetti, ma non siamo riusciti a chiudere il cerchio».
Secondo la Dda di Venezia,
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La detective Non ho mai avuto nulla a che fare con la famiglia Giardino
quelle per conto di Amia erano delle fatture emesse per servizi che, in realtà, l’agenzia non avrebbe mai svolto. Il denaro, invece, serviva a pagare l’indagine fatta per conto di Flavio Tosi. «Ma non è affatto vero- assicura Sole - si tratta di due attività diverse; le uniche che ci furono affidate per il tramite di Toffanin, il quale chiese una commissione».
L’investigatrice però non dice come mai la Dda non abbia trovato le fatture di pagamento dell’ex sindaco. Una possibile spiegazione è che la prestazione non sarebbe mai stata pagata, magari proprio perché la caccia al «corvo» si rivelò infruttuosa. Ma anche questo è tutto da dimostrare.
Intanto, nel suo ufficio all’interno di un condominio a due passi da Piazza Bra, Angela Stella Sole scuote la testa: «Questa agenzia la fondò mio padre nel 1963 e ci siamo sempre distinti per professionalità e serietà. Ora ci ritroviamo sbattuti sui giornali per trame politiche e operazioni illegali che non ci appartengono».
I difensori ostentano sicurezza: «È tutto documentato - spiega Matteo Destri - e non esistono fatture emesse per operazioni irregolari o inesistenti. Sono convinto che l’accusa di concorso in peculato sia destinata a cadere e che la procura chiederà, per la mia cliente, l’archiviazione».