Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Discoteche e casinò i tempi si allungano A rischio 20 mila posti
VENEZIA Le ultime luci che si accenderanno, dopo cinema e teatri su cui la previsione resta il 15 giugno, saranno quelle dei casinò e delle discoteche su cui, secondo il governatore Luca Zaia, si punta ormai a fine mese. «Le linee guida su cinema e teatri sono pronte - spiega il governatore - ora lavoriamo su spettacoli dal vivo, discoteche e case da gioco. Ci riserviamo di vedere l’evoluzione del contagio ma il nostro benchmark è fine giugno». Il punto non è tanto scrivere le linee guida (tema comunque caldo nella vivace dialettica fra Venezia e Roma come dimostra la vicenda dei servizi all’infanzia zero-tre anni riaperti dalla Regione ma senza l’ok del governo) quanto attuare quel principio di prudenza sui luoghi affollati per eccellenza. Quelli del mondo della notte. L’urgenza fi fa sentire anche in nome dei primi vagiti del turismo estivo, il fronte su cui Zaia preme di più, a partire dalla richiesta di riaprire subito le frontiere con i vicini europei. «I fratelli austriaci fanno parte della nostra famiglia, così come i tedeschi. Austria e Germania hanno governanti che remano contro. Noi non siamo gli untori d’europa, invito il governo ad aprire le frontiere». Ma con i turisti, oltre alle spiagge, ai camping, agli alberghi, ai ristoranti, alle pizzerie, ai parchi divertimenti vanno riaperti anche le «sale da ballo». I cartelloni delle rassegne estive all’aperto languono. E con loro i bilanci delle imprese del divertimento azzerate dall’emergenza sanitaria. Ieri una delegazione della Fipe, federazione italiana pubblici esercizi che rappresenta anche alcune decine di sale da ballo del Silb (Sindacato italiano locali da ballo) ha incontrato, in videoconferenza, l’assessore regionale alle Attività Produttive, Roberto Marcato. La parola chiave è proprio «attività produttive», non accessorie. La categoria rivendica da mesi il suo ruolo imprenditoriale nonostante l’ambito ludico. «Serve dare una risposta agli imprenditori e ai lavoratori del mondo dei locali da ballo e delle discoteche: - conferma Marcato - o si dà loro la possibilità di riaprire in maniera sostenibile oppure bisogna immaginare provvedimenti specifici a sostegno di queste attività fin tanto che non potranno aprire com’erano prima. Ma una risposta dal Governo va data quanto prima». L’assessore sottolinea come gli imprenditori delle discoteche e delle sale da ballo «siano stati i primi a chiudere e saranno gli ultimi a riaprire». Marcato cita le statistiche secondo cui l’intrattenimento sarebbe il terzo elemento nella scelta di una destinazione turistica. «In Veneto importanti attività sono a rischio chiusura - conclude l’assessore - parliamo di un settore che nella nostra regione conta su 5.000 addetti diretti e 15.000 addetti indiretti. 20.000 persone che rischiano di rimanere senza lavoro o coperture». ( m.za.)