Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Per l’aggressione all’ex deputato Scotto le indagini sui giovani portano a Verona
Portano a Verona, nei dintorni di CasaPound, le indagini sull’aggressione di Capodanno a Venezia del coordinatore nazionale di Articolo Uno Arturo Scotto. Era con moglie e figlio quando, infastidito dalle urla «Duce, Duce» e dai coretti «Anna Frank sei finita nel forno» che provenivano da un gruppetto che vociava alle spalle, l’ex deputato si voltò per chiedere silenzio e fu aggredito e malmenato. Due ventenni intervennero, Filippo Storer e Vlady, e si presero la loro parte di botte dagli aggressori di destra. Le telecamere del Comune visionate dalla Polizia Municipale permisero di vedere in faccia i responsabili. Del gruppo di otto picchiatori, adesso cinque sarebbero stati individuati con nome e cognome. Si tratterebbe di quattro giovani uomini e una ragazza, tutti di Verona. Alcuni interrogatori effettuati nei giorni scorsi avrebbero indirizzato le indagini intorno a CasaPound. La testata on line scaligera Heraldo ha lanciato la notizia ieri e lo stesso Scotto l’ha appresa dal sito. «Non ho dettagli. Ma non mi meraviglierebbe che dietro ci fosse CasaPound – dice – Quella sera ebbi una netta sensazione perché conosco bene quell’ambiente: fui querelato dai responsabili di Roma per aver denunciato il ruolo della formazione in Mafia Capitale. E fui, ovviamente, assolto da giudice perché non avevo certo detto sciocchezze». Le indagini di Digos e carabinieri coordinate dal sostituto procuratore Antonia Sartori non sono ancora chiuse e si continuano ad ascoltare testimoni e indagati. «Gli inquirenti stanno facendo il loro dovere e sono ottimista», annuisce Scotto. ( mo.zi.)