Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Centro Tom, scontro sindacati-azienda sulle serrande abbassate

- Pierfrance­sco Carcassi

VENEZIA Scontro tra sindacati e vertici aziendali sul futuro del centro commer-ciale Tom di Santa Maria di Sala, nel Veneziano. A quasi tre settimane dalla fine del lockdown, la struttura rimane chiusa e, sostengono i segretari delle categorie del commercio di Uil, Massimo Marchetti, Cisl, Nicola Pegoraro, e Cgil, Caterina Boato «senza un piano chiaro di cosa voglia fare l’azienda, dopo l’ultimo incontro dell’11 maggio: ci hanno parlato di esuberi, ma non sappiamo quanti».

Le luci della decina di negozi nel centro si sono spente con il lockdown: da allora i circa 180 dipendenti sono in cassa integra-zione in deroga con il 65% dello stipendio. Ancora da erogare parte delle paghe di febbraio e marzo. Senza contare la ventina di dipendenti dei negozi in affitto. Nel 2016, l’80% delle quote della società Tom era stato acquistato dall’emiro Yousef Al Bahar, della famiglia reale di Dubai: in quell’occasione erano stati annunciati lavori di ristruttur­azione e rilancio, sempre secondo i sindacati,mai completati. Che denunciano compatti la mancanza di comunicazi­one della società: «Siamo preoccupat­i di cosa succederà alla fine della cassa in deroga che scade al massimo a luglio: l’azienda ha sempre fatto slittare le nostre richieste d’incontro. Scriveremo alla Regione perché convochi un tavolo. Speriamo rispondano alle istituzion­i».

Luigi Ardizzoni, amministra­tore dele-gato della società Tom, proprietar­ia anche del vicino centro commercial­e Prisma, si dice pronto al confronto, «sempre positivo». E respinge l’accusa di aver chiu-so il dialogo con i sindacati e annuncia una riapertura «ridotta»: «Stiamo valutando di partire all’inizio della prossima settimana con i negozi di confezioni e articoli sporti-vi, richiamand­o alcuni dipendenti. Ab-biamo allo studio un piano per cercare di garantire la sostenibil­ità e calibrare quel che faremo. Certo è che gli esuberi ci sono; ma sarebbe prematuro dire quanti». Cen-tro Tom fatturava 30 milioni di euro l’anno prima dell’emergenza. Flusso che il Covid ha quasi azzerato: «Durante il lockdown abbiamo perso il 95%, dopo un decennio di risultati non eccellenti. Il centro, per stare in piedi, ha bisogno di numeri importanti che al momento non ci sono. Sfatiamo però la voce di una chiusura definitiva: un rischio che non c’è mai stato».

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