Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’esordio di Rizzi «Si muore solo da vivi»
Il regista veronese con un cast di attori famosi
Prima o poi tutti nella vita si trovano di fronte a una seconda opportunità. È questo il tema centrale del film Si muore solo da vivi del regista Alberto Rizzi di Verona, primo titolo che esce al cinema dopo il lockdown, a partire dal 15 giugno. «Mentre ero sul set – confessa il regista - mi giravo e mi ritrovavo accanto ad Alessandro Roia, Alessandra Mastronardi, Neri Marcoré, Francesco Pannofino, Amanda Lear, Ugo Pagliai e Red Canzian. Un cast incredibile per un’opera prima». Nato a Verona nel 1982, Rizzi si è diplomato alla Civica Scuola di Cinema di Milano, iniziando la sua carriera come drammaturgo e regista teatrale, prima di approdare ai cortometraggi, alle web serie e ora, al primo film. Prodotto da KplusFilm, è distribuito da Fandango.
Di cosa tratta il film?
«È una commedia romantica sulle seconde occasioni che rimescolano le carte. È ambientata nella provincia emiliana, in un mondo di pescatori e balere color zafferano. Il protagonista è un ex musicista, Orlando, che vive alla giornata sulle sponde del Po, finché il terremoto del 2012 non lo costringe a mettersi di nuovo in gioco. Ci sono nipoti di cui prendersi cura, una band di improbabili amici e Chiara, un amore mai dimenticato che torna ad affacciarsi dal passato poco prima di sposarsi con un altro uomo».
Il titolo ha una triplice valenza
« Si muore solo da vivi è un invito a vivere fino in fondo, a combattere sempre e a non arrendersi mai. Una curiosità: il titolo non l’abbiamo invenma tato, l’abbiamo trovato. Era una scritta che abbiamo letto su un muro mentre facevamo sopralluoghi».
Da dove è nato il soggetto? «L’idea è stata di Nicola Fedrigoni e Valentina Zanella della casa di produzione veronese KplusFilm. Due anni fa ci siamo incontrati per parlarne la prima volta e mi sono innamorato del progetto. Per un anno ho scritto i dialoghi insieme allo sceneggiatore padovano Marco Pettenello, firstorica di molti film di Carlo Mazzacurati. Poi siamo passati alla scelta meticolosa dell’ambientazione: cercavamo scorci particolari perché la storia vive in relazione ai paesaggi. Per ultimo il cast. Il film sarebbe dovuto uscire al cinema lo scorso aprile, ma l’emergenza sanitaria ha posticipato tutto».
Un cast di grandi attori. «Hanno accettato proprio gli attori a cui avevamo pensato subito. Alessandro Roia,
Alessandra Mastronardi, Neri Marcoré, Francesco Pannofino. Poi c’è Amanda Lear, idolo internazionale. Ho scritto il personaggio della wedding planner pensando a lei e quando le ho chiesto anche di vestire di viola, mi ha detto di adorare quel colore. C’è anche un cameo di Red Canzian che interpreta sè stesso: quando finivano le riprese, continuava a suonare per noi».