Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Fondazione Venezia, sfida tra due (ex) rettori
Bugliesi e Costa in pole per la successione a Brunello. L’ipotesi di un terzo nome
VENEZIA Il rettore uscente di Ca’ Foscari Michele Bugliesi e l’ex sindaco, ministro e presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa in «pole» per la presidenza della Fondazione di Venezia. La designazione avverrà tra dieci giorni esatti, effettuata a maggioranza dai quattordici componenti del consiglio generale, nella seduta del 19 giugno dopo l’approvazione del bilancio, atto che automaticamente segna la decadenza dell’ultimo anno di mandato di Giampietro Brunello. La partita pare ferma da mesi ai due consiglieri in carica eppure circola insistente l’idea che a sorpresa possa arrivare un terzo nome, un esterno, magari gradito a Ca’ Farsetti e Ca’ Corner, enti governati dal sindaco di Venezia e importanti per gli equilibri della fondazione bancaria. Non solo perché Comune e Città Metropolitana designano quattro dei quattordici consiglieri generali (più di un terzo del totale) ma anche perché la collaborazione dei due enti è centrale per il decollo del museo multimediale del Novecento M9.
Non è mai stata esclusa una presidenza al femminile ma siccome sono rimasti a livello di ipotesi d’accademia i discorsi su Maria Leddi Maiola (consigliere d’amministrazione e di Fondazione M9) ed Emanuela Bassetti (consigliere generale), per il terzo nome in corsa i rumors sono tutti al maschile. L’ex magistrato Carlo Nordio, componente del Consiglio d’amministrazione, che pare abbia declinato; e Tommaso Santini, già amministratore delegato di Vega, che ha di recente firmato il progetto di valorizzazione delle proprietà immobiliari di Fondazione, finito nel ciclone per aver suggerito che il massimo del profitto per la Casa dei Tre Oci arriverebbe dalla vendita ad un privato-mecenate che ne faccia casa e spazio espositivo. Il gossip sulle candidature arriverà al dunque venerdì, giorno nel quale bisognerà presentare nome e programma che poi saranno comunicati il giorno successivo al consiglio Generale. Una procedura del tutto inedita, di stampo confindustriale: lo statuto prevede infatti solo che il consiglio scelga il presidente a maggioranza, anche tra le personalità esterne. Insomma di solito l’organismo designa in autonomia, non sceglie tra una rosa di proponenti. La presentazione del programma farà la differenza, sopratutto riguardo al destino di M9 che chiude in perdita di 7,3 milioni di euro (ripianati dagli avanzi di bilancio) e che dovrà risalire la china a partire da un progetto di identità: polo formativo per gli studenti (impegno già in corso), oppure centro di sperimentazione tecnologica legato ad un grande player tecnologico; o di produzione di contenuti multimediali.
Nomina
Il consiglio Generale deciderà il 19 giugno il nome del nuovo presidente