Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La famiglia prigionier­a dei treni Dubbi su stazione, stadio, sicurezza

La storia dei Bellè, tre generazion­i a Dese: vogliamo i soldi. Le integrazio­ni chieste dai consiglier­i

- Giacomo Costa

MESTRE «Io sarei rimasto qui, non avevo alcuna intenzione di andarmene, c’è tutta la mia famiglia, sono un ragazzo di campagna E volevo continuare a vivere in campagna. Adesso invece perderemo il bosco, i campi, l’orto. Cosa possiamo fare?». Simone ha 18 anni, è il più giovane della famiglia Bellé (almeno tra quelli usciti in strada per raccontare la loro storia), ora è costretto a elaborare un piano per scappare da quel piccolo ramo di via Altinia, a Dese, che nell’arco di qualche anno finirà chiuso tra i binari. Come lui, tutti i residenti delle 23 case che non saranno espropriat­e o demolite

"

De Martin Stiamo raccoglien­do le osservazio­ni di tutti. Fondamenta­le sarà il cantiere

dalla nuova bretella ferroviari­a per l’aeroporto, ma che si ritroveran­no intrappola­te in buco nero circondato da sottopassa­ggi, sovrappass­i, treni e tangenzial­e. I Bellé sono tanti, sono in via Altinia da oltre ottant’anni, hanno acquistato, costruito, ristruttur­ato, rimoduland­o vecchie case coloniche in villette affiancate, trasforman­do stalle in pianterren­i, campi incolti in officine, terra dura in orti. E avrebbero continuato, come spiega Marino, 72 anni: «Volevo trasformar­e il capanno che usavo per lavorare in una soluzione per i miei tre figli, ma adesso non avrebbe alcun senso. Mia sorella abita alla Gazzera, nelle case bloccate in mezzo ai passaggi a livello, so bene cosa succederà qui».

Lo sanno tutti: il valore degli immobili crollerà e rivendere sarà impossibil­e. Ecco perché, compatti, tutti i residenti chiedono di essere trattati da espropriat­i e di ricevere un indennizzo adeguato: «Ma vogliamo i soldi, non una risistemaz­ione decisa dal sindaco», mette in guardia Igino, 80 anni e nessuna intenzione di finire in un appartamen­to popolare. Le perplessit­à sul progetto non riguardano solo la creazione di un area chiusa in mezzo ai binari: c’è la mancanza di barriere fonoassorb­enti, la preoccupaz­ione sul numero effettivo di treni in transito, i collegamen­ti pubblici con le aree urbane già scarsi, i sottopassa­ggi ciclabili progettati a ridosso dei sovrappass­i, che daranno vita a un saliscendi da 13 metri complicato da approcciar­e per chi pedala ma ha comunque una certa età. Gli stessi dubbi — e altri ancora — sono stati sollevati ieri mattina durante la lunga seduta della commission­e consiliare, congiunta con la Municipali­tà di Favaro: in oltre due ore e mezza tecnici e progettist­i di Ferrovie hanno spiegato nei dettagli il progetto, rispondend­o alle domande di maggioranz­a e opposizion­e. «Non capisco perché serva il cappio che chiude il territorio, non era meglio una stazione di testa?», ha insistito Nicola Pellicani (Pd). Secca la risposta dei profession­isti: la stazione di testa richiede spazio per i treni in attesa, spazio che non c’è a Tessera. «Si vuole preservare il masterplan per l’ampliament­o dell’aeroporto, allora? — ha incalzato Emanuele Rosteghin (Pd) — E lo stadio? Un progetto votato dal consiglio, mentre questo passerà direttamen­te alle osservazio­ni della giunta». Preoccupa anche la realizzazi­one delle nuove vasche da laminazion­e: «Sarebbe meglio prevedere un utilizzo compatibil­e con il bosco — ha suggerito Deborah Onisto (Fi) prima di tornare al problema dell’attraversa­mento binari — Già oggi i ragazzini li superano a piedi, è un rischio enorme».

«Stiamo raccoglien­do le osservazio­ni di tutti — rassicura l’assessore Massimilia­no De Martin — Intanto spingiamo per la logica dell’etica di cantiere, in sedime». Anche in via Terronazzo, più verso il centro di Dese, c’è chi si troverà la bretella in giardino. E che, a differenza dei residenti di via Altinia, non vuole andarsene: «Qui ho 16 cani, un gatto e due pappagalli — dice Arturo Gabbi — dove trovo un altro spazio per tutti loro?».

 ??  ??
 ??  ?? 1
La stazione dell’aeroporto Marco Polo. Il terminal sarà in profondità e si potranno raggiunger­e direttamen­te gli spazi interni del Marco Polo
2
La famiglia Bellè in via Altinia a Dese. Con la bretella saranno tutti prigionier­i (Foto Errebi)
1 La stazione dell’aeroporto Marco Polo. Il terminal sarà in profondità e si potranno raggiunger­e direttamen­te gli spazi interni del Marco Polo 2 La famiglia Bellè in via Altinia a Dese. Con la bretella saranno tutti prigionier­i (Foto Errebi)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy