Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Influencer, attori e un brand veneto Turismo: il piano «social» per il rilancio
Investimento da 2,3 milioni. Focus sull’Italia ma attenzione all’estero. Disco, Zaia prepara l’ordinanza
VENEZIA Un piano di comunicazione da 2,3 milioni di euro, «cifra mai stanziata prima» assicura l’assessore Federico Caner, per rilanciare il turismo del Veneto. Puntando su giornali e tivù, ma anche - come aveva chiesto il presidente Luca Zaia - sui social network e gli influencer. L’obiettivo è risollevare la prima industria della nostra regione dalla crisi in cui è sprofondata a causa dell’emergenza Covid: «Il turismo vale per noi 18 miliardi di fatturato - spiega Zaia - siamo la prima regione turistica d’Italia. Ma il settore è uscito massacrato dall’epidemia, si sono persi 35 mila posti di lavoro».
Le strutture alberghiere ed extra alberghiere oggi sono operative per metà: fondamentale per la risalita sarà la completa riapertura delle frontiere e il ritorno dei «tedeschi», ossia i vacanzieri provenienti da Germania e Austria: « Su 70 milioni di presenze l’anno - fa di conto Caner - 50 milioni sono stranieri e, di questi, i due/terzi sono di lingua tedesca. Poi ci sono i Paesi di prossimità dell’Est Europa, come la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia. Gli olandesi, gli inglesi». Secondo un sondaggio commissionato dalla Regione, l’80% dei veneti, quest’anno, trascorrerà le ferie in Veneto: «Una buona notizia - chiosa l’assessore - ma è evidente che non basterà a colmare il gap con i mancati arrivi dal resto d’Europa».
Per questo, a differenza di altre Regioni che molto stanno investendo sul mercato domestico, il Veneto non vuole mollare la presa sui mercati internazionali, puntando ovviamente su quelli tradizionali, che possono raggiungere il nostro territorio in macchina, perché con gli aeroporti chiusi e difficile sperare in frotte di turisti in arrivo dagli Stati Uniti («Attualmente su Venezia vola Klm dall’Olanda e AirFrance dalla Francia, stop»). Le fabbriche aperte ad agosto, come auspicato dagli industriali, non sembrano un problema: «C’è tanta gente che ha voglia di far vacanza, perché comunque ha lavorato anche nei giorni del lockdown: pensiamo al personale della sanità, alle imprese dei servizi essenziali, ai supermercati. E poi ci sono i pensionati, che non hanno registrato cali di reddito e in molti casi hanno capacità di spesa importanti».
Nell’attesa che Zaia presenti la campagna ideata insieme ai colleghi di Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia a sostegno delle spiagge dell’Alto Adriatico (pare si ricorrerà a veneti famosi come testimonial), la Regione ha dunque predisposto il suo piano di comunicazione, ideato dall’agenzia milanese Moving come fosse il lancio di un prodotto commerciale e basato su una grande «V» che nel tempo, nelle intenzioni di Caner, dovrebbe diventare riconoscibile a livello internazionale «un po’ come il “baffo” della Nike». «V» come Veneto, «the land of Venice» ma anche come Venezia, Verona, Vicenza, TreViso, RoVigo, «Belluno non ce l’ha ma sono già al lavoro sul brand “the mountain of Venice”». Perché è chiaro che lontano da qui l’elemento di richiamo più forte è la città lagunare. Si farà ricorso alle immagini iconiche del territorio, dall’Arena di Verona alle ville palladiane, dalle colline del Pros e c co a i feni cot te r i in Polesine, tutte marchiate col bollino rosso « safe area » : «Vogliamo rassicurare i turisti sull’eccellenza del nostro sistema sanitario - spiega Caner - abbiamo preferito evitare “Covid free” perché nominare il virus avrebbe significato tirarci la zappa sui piedi». Un ruolo chiave lo avrà anche il sito, rinnovato, Veneto.eu, che la Regione vorrebbe iniziare ad usare anche come piattaforma per la prenotazione delle camere, «sfrutt a n d o le difficoltà di Booking.com» (ma vanno superate le molte resistenze degli operatori del settore).
L’online, accanto ai media tradizionali, è d’altronde la grande novità del piano messo a punto da Palazzo Balbi: «Le fiere stanno perdendo forza. Stampa e televisione restano fondamentali ma abbiamo deciso di investire 350 mila euro sui social network, rivolgendoci agli influencer: quelli sopra i 250 mila follower ma anche quelli tra 20 e 100 mila fortemente targettizzati, ad esempio sul food o sul