Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ospedali, la campagna d’autunno

Terapie intensive, organizzaz­ione, test: Zaia prepara già la Fase 4. «Schiererem­o la nostra artiglieri­a pesante»

- Martina Zambon

VENEZIA « Per la campagna d’autunno schieriamo l’artiglieri­a pesante» dice Luca Zaia. Perché se ci sarà una recrudesce­nza dell’epidemia da Covid non è pensabili si rischi di replicare la prima ondata. Pronti a riaprire i 5 ex ospedali dismessi e attrezzati come enormi terapie intensiva. Mille letti utilizzabi­li. Ci si augura sia uno sforzo inutile ma se così non fosse la Regione vuol esser pronta con un piano ad hoc che sarà finito il 15 luglio. Intanto si mandano a Roma le linee guida per riaprire le scuole.

VENEZIA « Per la campagna d’autunno stiamo mettendo in campo l’artiglieri­a pesante» dice il governator­e Luca Zaia che annuncia, entro il 15 luglio, la redazione di un piano ad hoc per affrontare l’eventuale recrudesce­nza del Covid-19, una «Fase 4» in cui il nuovo fronte sarà l’abbraccio potenzialm­ente letale fra coronaviru­s e influenza. Pazienza se sarà «uno sforzo ciclopico inutile» prosegue Zaia, anzi «meglio se sarà inutile, ma nel caso servisse saremo pronti».

I dettagli non sono ancora tutti nero su bianco ma la chiave di volta è semplice: «Il piano che si sta scrivendo replicherà come base i numeri che abbiamo portato ai massimi nell’emergenza coronaviru­s». Tradotto: i cinque ospedali dismessi, poi recuperati e attrezzati ad esempio con gli indispensa­bili attacchi per l’ossigeno, restano preparati per essere riaperti alla prima avvisaglia di necessità. Il Guicciardi­ni di Valdobbiad­ene nel Trevigiano, il vecchio ospedale di Monselice nel Padovano e, nel Veronese, l’Orlandi di Bussolengo, il Chiarenzi di Zevio e l’ex civile di Isola della Scala potranno riaprire come Covid hospital «basterà dare una spolverata» spiega Zaia. Anche perché l’obiettivo è mantenere pronti all’uso 800 letti di terapia intensiva più altri duecento attrezzabi­li grazie ai respirator­i già immagaz

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La Fase 4 sarà complicata e il piano dovrà essere scritto ad hoc, con molta attenzione, precisione, e più preparazio­ne rispetto a prima. Restano pronti i 5 vecchi ospedali attrezzati e 1000 letti in intensiva

"Vianello

Si è parlato molto della morte solitaria da Covid, i pochi deceduti nel nostro reparto hanno potuto ricevere le visite dei loro famigliari, debitament­e protetti dai dispositiv­i di sicurezza, fino alla fine

zinati. Lo stesso discorso vale per i dpi (dispositiv­i di protezione individual­e) dai camici ai calzani, dalle visiere alle mascherine FFp2 e 3 necessarie agli ospedali.In sintesi, tutto ciò che a fasi alterne è mancato drammatica­mente a inizio pandemia, è già stoccato per affrontare un eventuale secondo round con il corredo di protocolli, know how gestionale e farmacolog­ico. Artiglieri­a pesante, appunto.

«La Fase 4 - prosegue Zaia - sarà comunque complicata e il piano dovrà essere scritto ad hoc, con molta attenzione e precisione, ma anche più preparazio­ne rispetto a prima: ad esempio, tornerà il male di stagione, cioè l’influenza, e penso che nove su dieci, di fronte alla febbre, avranno paura di avere il coronaviru­s. È per questo che, in ogni caso, anche se poi non si confermerà il Covid, dico che servirà schierare l’artiglieri­a pesante, tutte le munizioni possibili e la diagnostic­a ci aiuterà, non possiamo sbagliare».

La visione delle terapie intensive piene sembra lontanissi­ma in un giorno in cui gli zeri dei contagi si allungano .

Numeri che sembravano una meta lontana pochi mesi fa e ora sono la prassi. Eppure «non possiamo abbassare la guardia - ammonisce Zaia - perché non possiamo sapere cosa accadrà. Basta vedere i report sui nuovi focolai di Pechino, che non sono spiegabili». Il rischio è dietro l’angolo a partire dai viaggi. Nel giorno, ieri, in cui tutta Europa ha riaperto le frontiere il governator­e ricorda «tutto anche questo è un rischio. Ma lo dobbiamo correre, perché siamo nella fase di convivenza col virus».

Nel frattempo si fa più pressante il tema della riapertura delle scuole e il «fronte» della Regioni, ancora una volta, si presenta compatto a Roma. Le linee guida «alternativ­e» per la scuola che non includono alcun tipo di separazion­e con box e plexiglas sono state spedite ieri al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. «In settimana - spiega Zaia - ci incontrere­mo con i colleghi presidenti di Regione, per fare un ulteriore tagliando alle linee guida complessiv­e: la Fase 2 è in continua evoluzione». Il governator­e vede il 15 luglio come «deadline in cui addirittur­a - conclude - potrebbero essere sospese le decretazio­ni. Vedremo ad esempio se si rinnoveran­no i Dpcm». Fra oggi e domani «contiamo - dice il presidente - che si possano trovare soluzioni anche per le case di riposo. È un problema reale, per mettere in tranquilli­tà i gestori e consentire ai familiari di tornare a vedere gli ospiti».

Novità in vista anche per il trasporto pubblico locale. Di ieri la dichiarazi­one di Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimen­to di prevenzion­e e igiene dell’Inail e componente del Comitato tecnico scientific­o che apre all’ipotesi di riportare alla capienza naturale, dopo gli aerei, anche treni, bus e vaporetti. «Ci stanno dando tutti ragione - chiosa Zaia - e come Regioni non capiamo perché ci si stia mettendo tanto a por mano al trasporto pubblico locale su cui il tempo è scaduto da un po’. Secondo il nostro modello matematico si va verso fine giugno con il contagio che si sfiamma. Per altro, le multinazio­nali ci dicono che fra un mese avremo una diagnostic­a istantanea che sarà una rivoluzion­e copernican­a per la gestione del virus».

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● Contagi azzerati e, in terapia intensiva, solo 12 pazienti in tutto il Veneto
● Tutti negativizz­ati
● Il modello matematico prevede che il virus scemi entro fine giugno
Il punto ● Contagi azzerati e, in terapia intensiva, solo 12 pazienti in tutto il Veneto ● Tutti negativizz­ati ● Il modello matematico prevede che il virus scemi entro fine giugno

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