Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I lavoratori della cultura: «Riparte tutto ma noi a casa»
Riparte la cultura ma il 70 per cento dei lavoratori della cultura è ancora a casa dal lavoro. Tant’è che ieri mattina una delegazione di loro si è trovata davanti alla sede della Protezione civile di Marghera per incontrare il governatore Luca Zaia. «Le riaperture sono solo teoriche tutti i tour musicali sono saltati quindi moltissime persone sono a casa e non vedono un soldo da febbraio, se le cose non si sistemano ad ottobre la maggior parte di noi dovrà cambiare mestiere - ha spiegato Rolando Lutterotti tecnico luci all’assessora Manuela Lanzarin che li ha incontrati - non possiamo lasciare tutto il comparto veneto dei lavoratori dello spettacolo in queste condizioni. Serve un tavolo che tenga conto delle criticità del momento e di quelle che esistono da sempre». Maternità e malattia non pagate, ad esempio la mancanza di percorsi virtuosi di ripartenza per le realtà in crisi e tutele del tutto assenti compresa la cassa integrazione in deroga che in questi mesi per alcuni di loro è stata solo un miraggio. «La nostra situazione è ugualmente precaria - continua Mirco Mingaroni, del comparto marittimo - a Venezia siamo almeno mille persone e molti di noi non sanno ancora nulla della cassa integrazione in deroga». Lanzarin ha promesso un tavolo per entrambi i comparti con i colleghi del lavoro Elena Donazzan e della cultura Cristiano Corazzari. «Convocheremo i tavoli» ha confermato lo stesso presidente Zaia. Ma la protesta del settore continua.
Oggi il sindacato Usb ha organizzato un presidio davanti alla sede della Regione a Santa Lucia per chiedere politiche di integrazione al reddito: ci saranno lavoratori dei Musei civici, del Circuito cinema, precari e intermittenti della Fenice. ( a.d’e.)