Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cerchi azzurri invece di poltrone in 600 all’aperto: è di nuovo teatro
Carlo e Giorgio a San Polo. Brugnaro: è un periodo difficile, lavoriamo per ripartire
VENEZIA C’è chi si è protetto sotto l’ombrello, chi ha sfidato le gocce di pioggia avvolto nell’impermeabile, chi si è rifugiato sotto i rami degli alberi. Ma il maltempo non ha scalfito la gioia delle seicento persone che ieri si sono raccolte in campo San Polo per rivedere il primo spettacolo dal vivo, grazie al progetto «Il Teatro Riparte» dello Stabile del Veneto in simultanea a Venezia, Padova e Treviso.
Le luci si sono accese sul
"Beltotto Senza teatro non c’è una città vivibile, ripartiamo dalle piazze
palco dove il duo Carlo & Giorgio, in veste di medici della peste, ha raccontato in chiave comica gli alti e i bassi del lockdown. Il pubblico non ha trovato sedie su cui accomodarsi, ma bollini adesivi blu a indicare la propria postazione nel rispetto delle norme di distanziamento, mentre le mura del Goldoni sono state «sostituite» dai componenti della Big Vocal Orchestra e dei Vocal Skyline che si sono disposti a rettangolo attorno ai partecipanti. «Non frequento molto il teatro, ma non potevo non essere presente a questa prima – dice Annalisa, arrivata da Mestre – è un simbolo di rinascita». In fila ci sono tanti veneziani, gruppi di amici, coppie e famiglie. «Siamo abbonati al Goldoni – racconta Paolo, mentre stringe la mano al figlio Luca – Arriviamo da Murano, è emozionante uscire per uno spettacolo dal vivo». « Siamo qui per rompere il ghiaccio e per prendere una pausa dallo studio, sono maturanda quest’anno – dice Aurora, 19 anni, che si è spostata da Mestre con la mamma – Carlo e Giorgio sono dei miti per me, la pioggia non sarà un problema». Tutti disposti sui propri adesivi, ha inizio lo spettacolo: prima l’inno di Mameli interpretato dal coro, poi largo alla commedia «Sotto la maschera». «Dopo la peste, riuscite a immaginare Venezia con 50mila abitanti? Una città morta – dicono Carlo e Giorgio con ironia – È festa perché riaprono i teatri e noi infatti siamo in campo, in piedi». Sul palco è salito anche il sindaco Luigi Brugnaro, tra applausi e qualche fischio, quando ha ringraziato tra tutti anche Actv. «Non ci sono solo gli attori e i cantanti, ma anche gli scenografi, i tecnici luci, professionalità spesso dimenticate, che riteniamo giusto omaggiare – ha dichiarato Brugnaro – In bocca al lupo per un periodo che sarà molto difficile e che lo è già, ma lavoriamo con ragionevole attenzione al rilancio della città». «Il teatro è mancato a tutti, ripartire dalle nostre piazze è il modo migliore per sentirci vicini e recuperare i giorni sospesi – ha commentato Giampiero Beltotto, presidente dello Stabile – perché senza teatro non vi è una città vivibile».
Emozionati di recitare dal vivo Carlo e Giorgio. «È come per uno sportivo rimanere fermo per infortunio, bisogna ritrovare il ritmo dello spettacolo – spiega Giorgio Pustetto – L’ultima recita è stata il 23 febbraio, a mezzanotte partiva il lockdown: sala semivuota e tutti con le mascherine. Ora il pubblico è distanziato e di nuovo con le mascherine». «Speriamo sia un segnale di riapertura, ma già il fatto che siamo all’aperto dimostra che aprire i teatri non è automatico – continua Carlo D’Alpaos – Noi attori siamo la punta dell’iceberg, ci sono anche i tecnici e le maestranze dietro di noi. Vogliamo ricominciare». «Tu vuoi ricominciare – replica scherzando Giorgio – Io stavo bene a casa con gli aperichat».
Ma ieri non si sono riaperti solo i teatri: sono tornate attive le sale studio e lettura nelle biblioteche del Lido, di via Dante e del Parco della Bissuola, oltre alla riapertura al pubblico di quella di Forte Marghera. Poi, un altro importante tassello del mondo dello spettacolo, i cinema. Dopo la chiusura forzata, torneranno attivi il Dante a Mestre da giovedì 18 giugno e dal 25 il Rossini in centro storico, dove però saranno aperte solo due sale con capacità ridotta della metà.