Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sette hotel, quattro locali: Cazzavillan non riapre
L’imprenditore di San Marco: «Tanti rischi, nessuna prenotazione, meglio rinviare al 2021»
VENEZIA Sette hotel, quattro locali, nessuno rialzerà le serrande. In Piazza San Marco non aprono Eden e American Bar sotto le Procuratie Nuove e l’Orologio, così come il ristorante dietro la piazza, al vicino ponte dei Dai, il «San Marco» e nemmeno il ristorante la Colomba. Sono tutti locali gestiti dall’imprenditore Lino Cazzavillan che ad ottobre compirà 90 anni e ancora lavora, ma non per tentare la sorte. Restano chiusi anche gli hotel: l’hotel Cavalletto in bacino Orseolo, il Rialto, il Royal, il San Marco e il San Marco Palace, l’Ambassador Tre rose e il Torre dell’orologio Suites. Il rischio è quello di non riaprire fino al 2021, con 167 dipendenti in cassa integrazione. Alla domanda «Per ora non riaprite?» la risposta è secca: « Assolutamente no – dice Cazzavillan - Non dipende da noi, non possiamo sollecitare la domanda. Apriremo quando arriveranno i clienti e le prenotazioni, quando cambieranno le situazioni, quando si potrà garantire la sicurezza al personale e ai clienti. Chi si prende le responsabilità se accade un incidente, a un cliente o un dipendente?».
Cazzavillan si riferisce al rischio contagio per il coronavirus. «Abbiamo molto personale extraeuropeo – spiega
Cazzavillan – albanesi, arabi, bengalesi, tutte culture diverse e non sappiamo come vengono recepiti i protocolli da insegnare, chi si assume la responsabilità per loro?». Alla base di tutto però, c’è la carenza del turismo. «Deve muoversi il mercato, in Italia solo il 25 per cento degli alberghi sono aperti, in gran parte legati alle vacanze estive ma noi siamo città d’arte » . Secondo l’imprenditore la fotografia attuale non lascia ben sperare: «La gente arriva con lo zaino a Venezia, chi ha soldi da spendere in questo momento o ha ferie? Secondo me andiamo al 2021 – aggiunge – sono previsti dei ritorni del virus in autunno, sono molto pessimista. Chi ha la possibilità di spendere qualcosa oggi non lo fa perché è preoccupato del futuro».
Dei 167 dipendenti in cassa integrazione tra gli hotel e i locali, quasi tutti sono assunti a tempo indeterminato. «Per ora hanno prorogato di un mese la cassa integrazione – prosegue Cazzavillan riferendosi al governo – poi capiremo cosa faraanno, diranno che le aziende non potranno licenziare il personale? Sono problemi umani importanti, ma non dobbiamo risolverli no, deve risolverli la politica. Noi siamo aziende, e le aziende che non producono perdono dei soldi, poi falliscono e chiudono».
Il fatturato in un anno «normale» sarebbe stato di 28 milioni all’anno, ricorda l’imprenditore, oggi l’ipotesi è stare chiusi fino all’anno prossimo.