Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Controlli sui barchini anche con l’aereo
Nuova raffica di controlli a Venezia: tre motori sequestrati e 12 mila euro di multe
VENEZIA Sono arrivati tra le onde con le volanti nautiche e gli acquascooter, ma anche dal cielo, sfruttando un aereo del X Reparto Volo. E, mano a mano che fermavano i «cofani», scattavano le verifiche: documenti, motori, eliche e centraline. Martedì pomeriggio la questura di Venezia ha fatto scattare un’altra raffica di controlli sulla velocità dei barchini in laguna: tre motori sono stati sequestrati perché elaborati e sono state date multe per 12 mila euro.
VENEZIA Sono arrivati tra le onde con le volanti nautiche e gli acquascooter, ma anche dal cielo, sfruttando un aereo del X Reparto Volo. E, mano a mano che fermavano i «cofani», tutti i conducenti venivano indirizzati alla massiccia barca bianca e blu ormeggiata sulle riva del Lido, per le verifiche: documenti, motori, eliche e centraline. Perché se deve esserci una stretta contro la velocità esagerata e il moto ondoso, non è possibile prescindere dai rischi che derivano dai fuoribordo elaborati, dai piloti senza patente, dalle attrezzature di bordo irregolari. E infatti martedì pomeriggio la questura di Venezia ha fatto scattare un’altra raffica di controlli, concentrandosi su chi passava davanti alle fondamente Nove e, soprattutto, su chi correva lungo il canale delle Scoasse, al Lido. Lo schieramento di forze è stato massiccio: tre moto d’acqua «a tenaglia», una poco prima di Poveglia, una davanti a Sant’Elena, l’ultima davanti all’isola della Certosa; ciascuna era poi affiancata da una barca, fosse della scientifica, una volante, o una destinata al controllo motori; altre due barche erano pronte all’azione e, sulle rive di Santa Maria Elisabetta, la più grande fungeva da cabina di regia. Dall’alto, la telecamera dell’aereo controllava il traffico, i movimenti e all’occorrenza coordina va gl i ins eguiment i . Un’operazione ribattezzata «acque sicure» e che ha portato al sequestro di tre centraline di motori risultati «elaborati», potenziati oltre il livello nominale attraverso semplici operazioni di rimaneggiamento dei carburatori o similari, possibili perché la maggior parte dei motori nascono in realtà con spinta maggiore, per poi venire «depotenziati» dalla casa produttrice che così può coprire varie fasce di mercato. Una pratica fin troppo comune in laguna, che non solo rischia di creare grossi problemi con le assicurazioni in caso di incidenti, ma che finisce con l’affidare in mano a giovanissimi senza alcuna patente barche che sfrecciano come palle di cannone, ben oltre il limite che potrebbe portare un minorenne.
Truccati Alcune imbarcazioni avevano i motori elaborati per farli diventare più potenti
Patenti Tre persone sono state trovate a guidare mezzi veloci senza patente necessaria
E, infatti, tre verbali della polizia sono stati staccati proprio per guida senza patente: il fuoribordo aveva superato la potenza che può gestire per legge chi non ce l’ha. Sono state fatte anche una multa per moto ondoso e una per irregolarità tecniche, che hanno portato il totale delle sanzioni staccate in un solo pomeriggio a circa 12 mila euro. E, davanti alla «manetta» di uno di questi bolidi, è stato trovato un minorenne, poi accompagnato in questura dove sono stati chiamati i genitori.
Se molti diportisti privati si dicono sempre più preoccupati per questa nuova stagione di controlli, c’è chi plaude alla maggiore attenzione riservata alla sicurezza in laguna da parte delle forze dell’ordine. Le remiere e i circoli della Vela ieri sono intervenuti per ringraziare la Capitaneria di porto per la nuova ordinanza che obbliga tutte le barche da trasporto passeggeri a dotarsi di sistema di identificazione automatica entro un anno e che rende vietate una volta per tutte planate e scie ecc e s s i v e : « S o n o stati reintrodotti i limiti operativi per le “acque tranquille”, ora “zona di lento moto” - ricordano la Canottieri Giudecca, il Diporto velico, il Gruppo sportivo voga veneta Mestre, la Bucintoro e la Querini - si conferma un profilo di tutela ambientale della città e un indirizzo d’intenti a cui tutte le componenti della società civile e le loro rappresentanze dovranno contribuire».