Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

All’esame con la Croce rossa e qualcuno si emoziona a rivedere i prof dopo mesi

Tante procedure di sicurezza nelle scuole cittadine

- C.Ga.-M.Ri.

MESTRE «Sono qui per aiutare la scuola a far rispettare le norme di sicurezza e intervenir­e se qualcuno si sentisse male». Con la sua divisa rossa, Marco Zabeo è una delle prime persone che i maturandi del liceo Giordano Bruno di Mestre incrociano quando varcano i cancelli della scuola per sostenere l’esame di Maturità. E’ un volontario della Croce Rossa, uno dei tanti che ieri – giorno d’inizio degli esami – erano presenti in diverse scuole del veneziano (c’erano, per esempio, anche all’istituto tecnico industrial­e Zuccante e ai licei Franchetti e Guggenheim). L’emergenza coronaviru­s ha infatti imposto misure straordina­rie e le scuole hanno seguito protocolli stringenti per permettere agli alunni di sostenere l’esame – quest’anno un unico colloquio in presenza ha sostituito le consuete prove – in totale sicurezza. E oltre alle direttive imposte dal Ministero – gli studenti devono presentars­i con la mascherina, igienizzar­si le mani e produrre un’autocertif­icazione in cui dichiarano di non avere sintomi del covid – alcuni plessi hanno usufruito di altre possibilit­à chiedendo sostegno alla Croce Rossa. «Do una mano per garantire la sicusposto rezza – precisa Marco Zabeo – per far sì che siano rispettate le distanze di due metri tra i professori delle commission­i, che gli alunni entrino dagli ingressi predispost­i. Se poi qualcuno si sentisse male sono pronto per un primo soccorso». Alcune scuole hanno adottato anche altre misure: il liceo Benedetti Tommaseo di Venezia ha didei pannelli in plexiglas per separare professori e alunni mentre lo Zuccante consegna con una pinzetta mascherine igienizzat­e agli studenti. Ma come hanno vissuto gli alunni questa Maturità così particolar­e? «Ero agitato ma credo sia andata bene – spiega Davide Rossi, primo maturando del Giordano Bruno – abbiamo discusso molto di attualità con domande legate al coronaviru­s. Devo dire che dopo quattro mesi è stata una grande emozione rivedere i professori». «Ho cominciato con il mio elaborato su Callimaco poi è stata la volta della Ginestra di Leopardi e da lì ho collegato le altre materie. In tutto è durato un’ora. È finita, davvero. Ora vorrei studiare filosofia» racconta emoz ionata Al ice, 19enne veneziana che è la prima maturanda ad aver affrontato la prova al classico Marco Polo in centro storico. Il liceo, che conta anche l’artistico e una sezione musicale, ha due edifici speculari e qualche piccolo problema c’è stato. «Il mio esame è iniziato in ritardo perché due professori in remoto avevano problemi di connession­e» racconta Federico, primo maturando dell’artistico. Le misure di sicurezza in alcuni casi hanno però agitato. «È andata bene ma ho provato molta ansia – racconta Damiano, maturando del Benedetti-Tommaseo – mi tremavano le mani, non riuscivo né a firmare né a indossare i guanti. Hanno pulito tutto ciò che ho toccato, dalla sedia alla lavagna». Molti, già prima di ricevere al voto, guardano al futuro. C’è chi spera che l’esame ai tempi del covid – semplifica­to - non valga meno in un futuro colloquio di lavoro; e chi invece guarda ai prossimi mesi con ottimismo. «Farò le vacanze e poi inizierò a programmar­e la mia vita da lavoratore» dice Stefano Schraulech uscendo dallo Zuccante.

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