Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Creativi e locali, basta un panino per ricomincia­re

- Martina Tallon

Nazionalpo­polare, trasversal­e, irresistib­ile. Può il panino rappresent­are il cibo del futuro? Qualcuno ci scommette e lo celebra come veicolo di rinascita: tra due fette di pane si racchiude l’Italia intera, partendo dalle eccellenze gastronomi­che territoria­li che danno voce a storie uniche, di coraggio, fantasia e resilienza. Sono cinque i locali di Veneto e Friuli Venezia Giulia ad aver puntato su pane e companatic­o per rimettersi in gioco do polo stop forzato del lockdown pandemico aderendo al progetto I Panini della Rinascita promosso dall’Accademia del Panino Italiano. Un’iniziativa che supporta la riapertura delle attività unendo gli esercenti sotto il segno di cinque parole chiave fortemente simboliche (mai visto; abbraccio; vicini; noi; il sogno) interpreta­te dai «paninari» e trasformat­e in panini d’autore.

Se Panino Giusto di Noventa di Piave (VE) non si è ancora rimesso in moto, gli altri sono già operativi. Michela Sartori di Dal Gilio Bottega &

Bistrot racconta che «la proposta ci ha gasati molto in un momento incerto e povero di stimoli, ora i Panini della Rinascita sono molto richiesti». In una zona come quella di Rivoli Veronese, a Est del Lago di Garda e tappa della Ciclopista del Sole, il territorio è un motore potentissi­mo: ecco perché i Panini della Rinascita sono «un concentrat­o di prodotti locali, dalla ricotta di capra di Spiazzi agli asparagi bianchi Rivoli».

Un’opportunit­à per ciclisti e climber di mangiare, anche da asporto, quello che secondo Michela è «sempre di più un piatto unico». Dello stesso avviso Daniela Menegolo di

Marco e Daniela Time che, a Peschiera del Garda, serve i panini «al piatto, come pasto completo». Il «Sogno Italiano» è un inno alle nostre eccellenza gastronomi­che perché «abbiamo prodotti che ci invidia tutto il mondo come crudo di Parma, mozzarella di bufala campana, pomodoro cuore di bue, basilico e l’olio extravergi­ne di oliva del Garda che lo compongono. Noi italiani riusciamo sempre a venirne fuori a testa alta».

Il trend è chiaro: da « a pranzo un panino e non ci vedo più dalla fame» (ricordate il celebre spot?) a un piatto unico, facile da mangiare ma creativo, anche in realtà di paese estranee all’ondata del gourmet-qualsiasi-cosa, come San Vito al Tagliament­o (PN). Marco Toffolon di Viavai Caffè mette tutta la sua expertise nei Panini della Rinascita come «Abbraccio dal Friuli» con prosciutto crudo San Daniele, radicchio Rosa di Gorizia, aceto balsamico, formaggio salato Asìno della Val D’Arzino e figomoro di Caneva. Non solo un modo per sostenere le aziende artigiane del territorio ma anche una spinta al fare: «In questo periodo è venuto a mancare fortemente l’aspetto sociale della ristorazio­ne ma dialogando si può andare avanti».

Senza dimenticar­e che il panino è lo street-food per eccellenza, un’espression­e autentica delle micro e delle sottocultu­re di quartiere. Ne è un convinto portavoce Gianpietro

Sartori, vincitore del premio Artista del Panino 2018 e patron del Caffè Roma di Marostica (VI) secondo il quale «il panino deve raccontare una storia, è questa la filosofia che seguo sempre. Anche i miei Panini della Rinascita lo fanno: con «Abbraccio di un Gastropunk» esprimo una quotidiani­tà tutta da riscrivere». Assieme a spianata calabra piccante, robiola e pezzetti d’arancia c’è lo spruzzo di gin «perché la commistion­e con beverage e profumi fa parte dei panini moderni». E il panino in sé è un trend in ascesa o in discesa? Secondo Gianpietro «il cibo del futuro è accessibil­e ma di qualità: il panino può essere il protagonis­ta gastronomi­co degli anni a venire».

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Da sinistra , il «Panino mai visto» di Panino Giusto, «il Sogno italiano» di Marco e Daniela Time, «Vicini di lago» di Bottega del Gilllo . Sotto, «Abbraccio del Friuli» di Viavai Caffè e «Abbraccio di un gastropunk» del Caffè Roma
Nel menu Da sinistra , il «Panino mai visto» di Panino Giusto, «il Sogno italiano» di Marco e Daniela Time, «Vicini di lago» di Bottega del Gilllo . Sotto, «Abbraccio del Friuli» di Viavai Caffè e «Abbraccio di un gastropunk» del Caffè Roma
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A Venezia Giulio Fecchio

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