Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Boraso apre la campagna elettorale video e slogan fucsia sul grattaciel­o

Tremila euro al mese per lo spot. L’assessore: «Mi bastano 200 voti»

- Monica Zicchiero

MESTRE «Non votare a caso. Vota Renato Boraso». Il claim campeggia alla fine di un breve video elettorale che viene proiettato più volte al giorno sul mega schermo della Hybrid Tower di via Torino e segna l’inizio ufficiale della campagna elettorale. Porta la firma dell’assessore alla mobilità Renato Boraso, che già a marzo aveva avviato la comunicazi­one a mezzo micro-spot sul lavoro svolto, accompagna­ti dal claim scelto dalla lista fucsia per tutta la squadra: «Il coraggio di fare», con la parola «coraggio» sottolinea­ta. La pista ciclabile, la rotatoria, la nuova strada. «Ho anche pensato di mettere il tram ma ho un odio profondo e non ce l’ho fatta», scherza Boraso. Che investe tremila euro al mese in questa comunicazi­one formato gigante. Voglia di fare il tris del consiglier­e più votato (1.434 preferenze nel 2000 e 1.631 nel 2005)? «Ma no, a me bastano duecento voti», sorride. Aveva cominciato con gli spot a marzo, immaginand­o il voto a maggio. Il coronaviru­s ha congelato tutto nel lockdown e ha pure velato il risultato più brillante della maggioranz­a, spendibile in campagna elettorale: il buono stato di salute di bilancio. «Ci abbiamo messo cinque anni a portare i conti da un disavanzo di meno 74 milioni ad un avanzo di 62 e poi il Covid rovina tutto il lavoro – scuote la testa l’assessore – Fortunatam­ente l’avanzo consente di far fronte alle maggiori emergenze create da questa crisi. Io ho dato il là alla campagna ma è ora che si voti, perché si sta violando l’articolo 63 della Costituzio­ne. Altrimenti il conto lo presento al governo Conte».

Intanto, nel centrodest­ra non si muove foglia. Un po’ perché si aspetta che il centrosini­stra e le civiche scoprano le proprie mosse (tattica che funzionò nel 2015, quando Brugnaro attese l’esito delle primarie del Pd per scendere in campo), un po’ perché la lista fucsia che ha la maggiore responsabi­lità della coalizione, vuole che anche gli alleati facciano qualche passo. Tutti danno per assodato la coalizione unica. Ma tra Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e fucsia non c’è ancora alcun accordo formale. Men che mai uno schema sulle Municipali­tà. «Ci sarebbe piaciuto fare una riforma per dare loro più poteri e autonomia: l’intenzione c’è ma non c’è ancora un progetto», spiega il segretario della

Lega Andrea Tomaello. A proposito: il Carroccio in questi giorni trasloca dalla vecchia sede di Cazzago di Pianiga alla nuova in via Baseggio, zona Auchan, più comoda anche per il Veneto Orientale. Fratelli d’Italia punta ad avere almeno il 10 per cento dei voti. «Obiettivo a portata di mano, così come è una certezza la coalizione a sostegno di Brugnaro – annuisce Raffaele Speranzon – Ma bisogna anche costruire i programmi, le modalità di comunicazi­one, i progetti per le Municipali­tà: che hanno senso solo se possono funzionare e dare risposte ai cittadini».

Sul fronte dell’alternativ­a, non è affatto scontata l’alleanza sui parlamenti­ni tra centrosini­stra e civiche. «Può accadere solo se Baretta scrive nero su bianco nel suo programma che le navi devono rimanere fuori della laguna e che il Mose non può essere ultimato se non dopo l’avallo di un panel di esperti indipenden­ti – scandisce Giovanni Andrea Martini, candidato sindaco di Tutta la Città Insieme – Non sarebbe coerente, come lista, raccontare una cosa per il Comune poi sottoscriv­erne un’altra per le Municipali­tà».

Centrosini­stra Municipali­tà, Martini: «Alleanza se Baretta sottoscriv­e l’impegno su navi e Mose»

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Dall’alto Nel video di Boraso scorrono le opere fatte

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