Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Auto, barche e centomila euro Maxi-sequestro allo spacciatore
CHIOGGIA
A metà maggio era stato arrestato nell’ambito di una maxi-operazione anti-droga, adesso anche le sue proprietà finiscono bloccate dai sigilli del commissariato di Chioggia. E si tratta di un patrimonio considerevole, del valore di oltre 150 mila euro: due automobili, una moto, due barche e ben centomila euro in titoli e depositi. Ma a stupire è soprattutto il motivo del sequestro: in questo caso, infatti, al centro dell’operazione non c’è un truffatore o un mafioso, ma appunto uno spacciatore; e, di solito, ai pusher si sequestrano le dosi, gli attrezzi del mestiere, al massimo qualche mazzetta di banconote.
Per l’Anticrimine della Questura di Venezia si tratta però di un cambio di metodo importante, che vuole in questo modo privare gli spacciatori anche delle loro possibilità di «investimento», colpendoli dove fa loro più male, ovvero nel portafogli. Per questa prima volta, la sezione indagini patrimoniali della divisione ha preso di mira un personaggio molto noto nel sottobosco criminale clodiense: Michele Perini, 46 anni, era stato identificato come il fornitore di un grosso giro di droga e, il 18 maggio, è finito in manette mentre i suoi due sottoposti erano stati costretti all’obbligo di dimora; non era neppure la prima volta che l’uomo si ritrovava nel mirino delle forze dell’ordine, essendo già stato arrestato nel 2007. L’inchiesta era nata nel gennaio dello scorso anno: durante una perquisizione a casa di un altro spacciatore, erano stati trovati diversi chili di hashish e marijuana, che le indagini avevano ricondotto sempre a Perini, incastrato poi anche grazie alle intercettazioni telefoniche.
L’inchiesta è poi proseguita con una verifica della sua situazione patrimoniale e del suo reddito, che non poteva in alcun modo giustificare le sue proprietà: una delle due auto intestate a lui, da sola, valeva circa 45 mila euro. Non solo tutti questi beni e soldi sarebbero stati quindi proventi di spaccio, ma con ogni probabilità sarebbero serviti proprio a continuare l’attività criminale, motivo per cui il sequestro ha anche carattere preventivo. E, con un po’ di fortuna, finirà per trasformarsi in un’operazione con una forte ricaduta sociale: il sequestro anticipato al fine di confisca è stato comunicato alla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Venezia e tutto potrebbe prossimamente passare all’agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, per venire in seguito reimpiegati a fini sociali.