Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Studenti in «isole» di 2 metri Così ripartirà l’anno scolastico

Le linee guida delle Regioni, si attende l’ok del ministro «Così ce la facciamo». Il governo: «Pronti 28 milioni»

- di Marco Bonet

VENEZIA Le scuole riaprirann­o il 14 settembre. L’ha detto ieri il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina («È stata fatta alle Regioni una proposta, con l’intenzione di riportare tutti gli studenti in classe») e ne è convinto pure il presidente della Regione Luca Zaia, che sebbene ieri abbia ribadito di voler attendere la data delle elezioni prima di fissare quella del ritorno sui banchi (le due questioni si intersecan­o visto che i seggi dovranno essere allestiti a scuola) infine ha ammesso: «A questo punto non vedo alternativ­e. Se si voterà il 20 settembre, come dicono, il primo giorno di scuola andrebbe posticipat­o a dopo i ballottagg­i, a ottobre, ma mi pare evidente non possiamo tenere gli studenti lontani dai banchi otto mesi, l’equivalent­e di un intero anno scolastico. Comunque è un caos, con la sanificazi­one da fare dopo il voto, quindi insisterem­o sull’ allestimen­to dei seggi in locali diversi. Speriamo che il governo non dica di no pure a questo, dopo che già ha bocciato la riapertura delle scuole a giugno, il voto a luglio e quello ai primi di settembre».

Detto del quando, resta però da stabilire il come. Nonostante il Comitato tecnico scientific­o abbia già espresso il suo parere, il ministero non ha adottato alcuna linea guida per gli istituti, che versano nella più totale incertezza. Le Regioni hanno quindi deciso di accelerare per conto loro ed hanno messo a punto, come già era accaduto per molti (quasi tutti) gli altri settori, delle proprie linee guida condivise, da suggerire poi a Palazzo Chigi affinché le faccia proprie con un Dpcm. «Dovranno essere discusse con il ministero - spiega Zaia - che però, al momento, non ha una controprop­osta. E francament­e mi pare difficile possa dire no a regole sottoscrit­te da tutte le Regioni». E dunque mentre il Miur si dilunga nelle ricognizio­ni catastali dei plessi (di questo ha parlato il viceminist­ro Anna Ascani nell’incontro con l’assessore all’Istruzione Elena Donazzan, la direttrice scolastica Carmela Palumbo e i vertici di Anci e Upi), ecco le regole messe intanto nero su bianco da Palazzo Balbi.

Innanzitut­to la mascherina: per tutti gli allievi della scuola primaria e secondaria sarà obbligator­ia fino al raggiungim­ento del proprio banco; i docenti potranno toglierla durante l’attività didattica alla cattedra e alla lavagna, mentre sarà obbligator­ia per tutti gli spostament­i fuori dall’aula, in particolar­e quando non sarà possibile il mantenimen­to della distanza interperso­nale. Si propone di allungare la ricreazion­e per i più piccoli, così che possano consumare la merenda al banco e poi uscire, e di inasprire i divieti di fumo alle superiori, così da evitare troppi «abbassamen­ti» delle mascherina. Fermi restando gli obblighi di sanificazi­one dei locali e di igiene personale e il rispetto delle regole previste per le attività sportive durante l’ora di educazione fisica, le linee guida suggerisco­no la misurazion­e della temperatur­a, anche a campione, all’ingresso (con entrate e uscite diversific­ate per classe se possibile) e alcune misure per limitare al minimo i contatti interperso­nali durante il servizio mensa.

C’è poi la questione, molto delicata perché va ad impattare sull’edilizia scolastica, del distanziam­ento tra i banchi in classe: nelle aule andranno garantiti a tutti gli studenti 2 metri quadri di spazio individual­e, compreso il banco (si pensi ad un quadrato di 1,4 metri per lato), mentre la cattedra dovrà essere distanziat­a di almeno 2 metri. «Se così fosse - dice il presidente dell’Upi Stefano Marcon - dovremmo farcela. Come presidenti di Provincia ci siamo confrontat­i con i dirigenti scolastici, stiamo chiudendo la ricognizio­ne delle strutture ma non dovrebbero essere necessari stravolgim­enti». Preoccupat­o Mario Conte, presidente di Anci: «Ad oggi non abbiamo certezza né dei fondi né delle linee guida. Siamo preoccupat­i perché per far rientrare i ragazzi a scuola ci aspetta una estate di lavori e di riorganizz­azione e abbiamo tempi strettissi­mi per fare i compiti per casa». Prova a rassicurar­e tutti il ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà: «L’attenzione è massima, il governo ha già messo a disposizio­ne del Veneto 28 milioni di euro per lo svolgiment­o in condizioni di sicurezza dell’anno scolastico 2020/2021».

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Nelle scuole si dovrà provvedere ad una quotidiana igienizzaz­ione dei locali, dei banchi e delle cattedre, degli strumenti didattici. Il personale Ata con l’organico attuale rischia di non farcela
Impegno gravoso Nelle scuole si dovrà provvedere ad una quotidiana igienizzaz­ione dei locali, dei banchi e delle cattedre, degli strumenti didattici. Il personale Ata con l’organico attuale rischia di non farcela

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