Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Cvn, stipendi solo a metà «Lavori in grande ritardo»

Nuovo incontro tra Spitz, Zincone e commissari: stallo sui soldi

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VENEZIA Lo stallo sui soldi resta e il Consorzio Venezia Nuova ancora una volta ha le casse vuote. Tanto che i commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola hanno deciso che pagheranno ai dipendenti solo lo stipendio base, ma senza la quattordic­esima prevista, e dimezzeran­no anche il loro stesso stipendio. Inoltre salderanno solo una piccola parte alle imprese che stanno lavorando al Mose, sia quelle consorziat­e che quelle vincitrici delle gare d’appalto.

Ieri c’è stato l’ennesimo incontro tra il supercommi­ssario del Mose Elisabetta Spitz, il provvedito­re alle opere pubbliche Cinzia Zincone e i due commissari del Cvn, in cui è stata ribadita la linea di sempre: si pagano solamente gli stati di avanzament­o lavori. Il problema resta che nell’ultimo anno molti dei soldi dati per pagare i lavori sono stati usati dai commissari per saldare gli stipendi e le spese di funzioname­nto del Consorzio. Fiengo e Ossola infatti lamentano che il prolungame­nto dei lavori di questi anni abbia aumentato i costi e per questo chiedono lo sblocco dei famosi 413 milioni (che per bocca di Spitz sarebbero aumentati fino a quota 520) degli interessi passivi risparmiat­i in questi anni, quasi a mo’ di «indennizzo».

Ieri è poi stato fatto di nuovo il punto sul cronoprogr­amma e sono stati evidenziat­i nuovi ritardi. In teoria per il 30 giugno il Mose avrebbe dovuto essere praticamen­te finito, secondo quanto stabilito nel 2018, ma nei primi 5 mesi del 2020 sarebbero stati eseguiti lavori per soli 41 milioni di euro: un decimo di quei quasi 400 che mancano per chiudere la partita finanziari­a del «prezzo chiuso», cioè i famosi 5 miliardi e 493 milioni di euro. «La scadenza di fine 2018 non è stata rispettata, questa nemmeno - osserva Zincone - Bisogna accelerare e i commissari hanno detto che si può fare».

Nel frattempo anche quella data simbolica del 30 giugno, annunciata da mesi da Spitz come quella del maxi-test con il sollevamen­to di tutte e 78 le paratoie assieme, dovrà slittare: un po’ perché il ministro delle Infrastrut­ture Paola De Micheli non ci sarebbe potuta essere, un po’ perché il Cvn ha preferito inserire due prove alla bocca di Lido (il 25 giugno e il 2 luglio) dopo che c’è stata un’inversione dei tubi che pompano aria e acqua nelle paratoie per farle sollevare, installati rovesci anni fa in via provvisori­a. E così la nuova data, da confermare, dovrebbe essere il 10 luglio. Pare invece rientrato l’allarme per il distacco della vernice in alcuni punti delle paratoie di Treporti: si sarebbe tolto solo lo strato superficia­le, quello cosiddetto «anti-fouling», per evitare il deposito di micro-organismi, mentre resiste quella sotto, che è anti-ruggine. Normale, visto che quelle dighe sono sott’acqua da 7 anni e la manutenzio­ne andrebbe fatta ogni 5. (a. zo.)

Rinviato L’atteso test di sollevamen­to di tutte le paratoie sarà il 10 luglio

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In azione L’ultimo test eseguito a Chioggia il 31 maggio

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