Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mantovani: «Nessuno ci ha regalato niente» Ma Costa aveva detto no
«Se qualcuno dice che è stato regalato qualcosa alla Mantovani, non ha letto bene le carte. Forse non sa che il rendimento del project financing è stato ridotto dal 9 al 6 per cento e ci siamo presi il “rischio traffico”, che prima era invece in carico all’Autorità portuale: se le navi non arrivano, il danno è nostro, mentre prima l’ente mi doveva indennizzare». Maurizio Boschiero, ad di Mantovani e di Ve.Ro.Port.Mos., la società del gruppo che gestisce il terminal di Fusina, racconta la sua versione dell’iter che ha portato alla contestata revisione del Piano economico finanziario (Pef) dell’opera. «La concessione tra l’Autorità portuale e la nostra società risale al 2010 e prevedeva una serie di pattuizioni, tra cui l’equilibrio del Pef, come avviene in tutti i project - spiega - Siccome nei primi anni non ci sono stati i traffici previsti, abbiamo chiesto la revisione e di fronte alle iniziali resistenze dell’ente avevamo anche proposto di recedere dal contratto». Il problema è che a quel punto – sostiene Boschiero, ma lo ha detto più volte anche Musolino – il Porto avrebbe dovuto indennizzare i privati dei lavori fatti e degli utili di quelli da fare: «Un totale di 73 milioni per lavori certificati da soggetti terzi, non inventati - dice l’ad Mantovani - Hanno ritenuto più conveniente avviare una trattativa, che ha portato al preaccordo del 27 luglio 2018, alla delibera del comitato portuale del 20 gennaio scorso e alla firma del secondo atto aggiuntivo di un mese fa, il 27 maggio». Il timbro finale sui 9 milioni di euro in più – due già versati, altri 7 da dare – e su un allungamento della concessione di 10 anni, oltre al posticipo della costruzione di un hotel e di uffici: per ora si partirà solo con un parcheggio. «Ne abbiamo discusso quasi due anni con il supporto di tre avvocati e una docente della Bocconi - ripete Boschiero - altro che regalo».
Nel frattempo il cantiere della seconda darsena – che porterà da 2 a 4 le banchine, come da progetto originario – sta andando avanti, anche se coni ritardi. «Il termine è previsto per il 31 marzo 2021 - spiega Boschiero - Abbiamo realizzato 3,5 milioni di euro di lavori sui 12 totali, di cui 9 finanziati dal Porto, che finora ci ha pagato solo i due iniziali. Gli altri 3 sono risorse nostre». La società è infatti in utile – «anche grazie al business del trasporto auto che ci siamo inventati noi da zero», osserva con orgoglio l’ad – con 50 lavoratori (35 dipendenti, 15 esterni) e un fatturato passato dai 2 milioni del 2016 ai 7 dell’anno scorso. Ma sull’ipotesi che ora si rimetta mano a quell’accordo, Boschiero è secco: «E’ stato sottoscritto e io avrei il dovere di difendere il contratto»; che significa guerra legale.
C’è però chi sottolinea che a dicembre 2016, poche settimane prima di essere sostituito da Pino Musolino l’ex presidente del Porto Paolo Costa aveva detto «no» alla prima richiesta di revisione, proprio ribaltando il ragionamento sul «rischio traffico». «Il riflesso sul Pef di una significativa discordanza tra stima e dati effettivi è in capo al concessionario come “rischio di mercato” - aveva spiegato Costa - Il rischio proprio del concessionario non può neppure surrettiziamente essere trasferito al concedente».