Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il Comune apre i centri estivi per i più piccoli

Partenza il primo luglio. I sindacati: poca sicurezza, serve un’educatrice ogni tre bambini non cinque

- Matteo Riberto

"Romor Applichiam­o tutti gli standard del decreto del governo Tutti gli spazi saranno sanificati di nuovo

VENEZIA «Il primo luglio il Comune aprirà i centri estivi nei suoi nidi per la gioia di tanti bambini che potranno tornare a giocare insieme». Lo annuncia l’assessore alle politiche educative Paolo Romor, bersagliat­o però dai sindacati che parlano di scarsa sicurezza delle modalità di riapertura. «Segnalerem­o alla Prefettura le criticità che abbiamo rilevato chiedendo un incontro» avvertono Mario Ragno (Uil Fpl) e Daniele Giordano (Fp Cgil).

Le posizioni sono opposte e, nonostante assessore e sindacati si siano seduti ieri intorno a un tavolo, non si è riusciti a trovare una sintesi.Fatperò: sta che i centri estivi per i bambini dai 0 ai 3 anni - ogni luglio si svolgono nei nidi comunali attività educative quest’anno convertite in centri estivi - apriranno tra dieci giorni. Con numeri inferiori

se gli anni scorsi erano circa 500 i bambini iscritti, quest’anno sono 320. Ma quali sono le critiche dei sindacati? In primis il numero di educatrici assegnate ad ogni gruppo di bambini (per garantire il distanziam­ento i piccoli sono infatti divisi in mini-classi). I sindacati hanno chiesto che ce ne fosse una ogni 3 bambini per riuscire a garantire le norme di sicurezza ma il rapporto numerico sarà di 1 a 5. «Non sono previste separazion­i fisiche sia all’interno che nei giardini e pertanto gli elementi di tutela che dovrebbero garantire l’assenza di contatti non vengono previste » aggiungono

Giordano e Ragno che elencano una serie di criticità: dai giardini che secondo dpcm dovrebbero essere i luoghi più utilizzati ma che in realtà non sono stati preparati (oltre ai divisori tra i gruppi mancano ombrelloni per proteggere dal sole); alle educatrici per le quali non è previsto l’obbligo della visiera se non nella fase di cambio vestiti dei bimbi e per le quali non è stata considerat­a un’indennità di rischio. «Continuiam­o a ribadire che non è stata fatta nessuna opera di sanificazi­one» concludono sindacati. L’assessore Romor respinge però le accuse ricordando che il rapporto di un’educatrice ogni cinque bimbi «è quello stabilito dal governo». Non solo. «In nessuna parte delle linee guida si prevede di separare fisicament­e i bambini – aggiunge - la nostra organizzaz­ione prevede di dedicare sempre la stessa maestra agli stessi bambini e di riservare una zona con giochi e presidi sanitari. Tutte le scuole sono state sanificate durante la chiusura e ora è prevista un’ulteriore sanificazi­one a ridosso della riapertura e poi due giornalier­e». Sull’indennità di rischio Romor precisa che non è prevista dal Dpcm.

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