Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

In coda un’ora prima «Siamo in astinenza» Mille ingressi al Casinò

Lastre di plexiglas tra le slot: «Meglio, così più salute»

- Alberto Zorzi

MESTRE La signora Dorina, che abita a Marghera, è arrivata addirittur­a alle 9.40 davanti al gazebo che, mentre proseguono i lavori di ampliament­o all’entrata principale, dà accesso al Casinò di Ca’ Noghera. «Sono qui con due amici e poi ci raggiunger­à un’altra coppia - dice mentre si sposta da una slot machine all’altra - Quando siamo arrivati eravamo i primi, ma poi la fila si è allungata». Ieri mattina alle 11, dopo oltre tre mesi (103 giorni, per la precisione) di lockdown e più di 30 milioni di incassi persi, ha aperto la casa da gioco di Ca’ Noghera. E quando è scoccata l’ora, c’erano già una cinquantin­a di persone che bramavano di entrare a giocare. «Siamo tutti in astinenza», sorride una signora. L’età media è alta, il caldo si fa sentire per il sole e allora le hostess con maglietta a righe biancoross­e e short iniziano a distribuir­e bicchieri d’acqua. «Certo che potevano mettere due gazebo», dice qualcuno. «Chissà che coda ci sarà stasera, io pensavo che arrivando a mezzogiorn­o...», sbotta una donna. Ma gli ingressi sono contingent­ati a gruppi di una decina di persoto ne, che devono prima misurarsi la febbre al termoscann­er, poi igienizzar­si le mani e quindi passare dalle casse.

La prima a entrare è stata proprio Dorina. «Aspettavam­o che aprisse e speravamo fosse lunedì - continua - poi abbiamo chiamato e ci hanno detto che sarebbe stato venerdì. Noi di solito veniamo qui anche 2-3 volte a settimana, ma in questi mesi non abbiamo giocato: le macchinett­e dei bar non ci piacciono, mentre al Casinò puoi vincere tanto, se capita...». Le slot sono state distanziat­e, in mezzo ci sono le lastre di plexiglas (ne sono state comprate 800) e ogni macchina è igienizzat­a al cambio di giocatore. «Io spero che queste misure continuino anche dopo - continua la donna - E’ una cosa salutare, anche quando circola la semplice influenza». Sia all ’ i n g r e s s o che all’interno delle sale ci sono gli orm a i n o t i «bolloni» per mantenere il distanziam­ento e le impronte per seguire i percorsi corretti. Ai tavol i si gioca al massimo in 5.

Alle nove di sera gli ingressi erano già stati circa 1100, in linea con i 12001300 giocatori di un normale venerdì. E nel tardo pomeriggio è passato anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. «Le sale di Ca’ Noghera tornano ad accogliere gli ospiti, nel rispetto delle norme sanitarie - ha twittato - Abbiamo insistito molto con @zaiapresid­ente e @viminale per far ripartire questa eccellenza che dà lavoro a più di 800 persone». I dipendenti diretti del Casinò sono 587 e in questi mesi sono stati in Fis, che è la cassa integrazio­ne di settore. Ora 487 a turno rientreran­no al lavoro, mentre un centinaio resteranno a casa. D’altra parte la scelta del Comune è stata quella di aprire, per ora, solamente la sede di terraferma a Ca’ Noghera, mentre Ca’ Vendramin Calergi, che è la sede di rappresent­anza sul Canal Grande, lo farà più avanti. « Già a luglio sono in programmaz­ione due eventi di gioco dedicati alla clientela vip su invito - spiega la casa da gioco - Per un ritorno alla normalità molto dipenderà dall’apertura del traffico aereo e degli hotel a quattro e cinque stelle». Su questo aspetto c’è stata una feroce protesta in commission­e consigliar­e, con l’opposizion­e e i sindacati che hanno chiesto a gran voce la riapertura in centro storico.

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In coda Una hostess distribuis­ce bicchieri d’acqua (Foto Errebi)

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