Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
In coda un’ora prima «Siamo in astinenza» Mille ingressi al Casinò
Lastre di plexiglas tra le slot: «Meglio, così più salute»
MESTRE La signora Dorina, che abita a Marghera, è arrivata addirittura alle 9.40 davanti al gazebo che, mentre proseguono i lavori di ampliamento all’entrata principale, dà accesso al Casinò di Ca’ Noghera. «Sono qui con due amici e poi ci raggiungerà un’altra coppia - dice mentre si sposta da una slot machine all’altra - Quando siamo arrivati eravamo i primi, ma poi la fila si è allungata». Ieri mattina alle 11, dopo oltre tre mesi (103 giorni, per la precisione) di lockdown e più di 30 milioni di incassi persi, ha aperto la casa da gioco di Ca’ Noghera. E quando è scoccata l’ora, c’erano già una cinquantina di persone che bramavano di entrare a giocare. «Siamo tutti in astinenza», sorride una signora. L’età media è alta, il caldo si fa sentire per il sole e allora le hostess con maglietta a righe biancorosse e short iniziano a distribuire bicchieri d’acqua. «Certo che potevano mettere due gazebo», dice qualcuno. «Chissà che coda ci sarà stasera, io pensavo che arrivando a mezzogiorno...», sbotta una donna. Ma gli ingressi sono contingentati a gruppi di una decina di persoto ne, che devono prima misurarsi la febbre al termoscanner, poi igienizzarsi le mani e quindi passare dalle casse.
La prima a entrare è stata proprio Dorina. «Aspettavamo che aprisse e speravamo fosse lunedì - continua - poi abbiamo chiamato e ci hanno detto che sarebbe stato venerdì. Noi di solito veniamo qui anche 2-3 volte a settimana, ma in questi mesi non abbiamo giocato: le macchinette dei bar non ci piacciono, mentre al Casinò puoi vincere tanto, se capita...». Le slot sono state distanziate, in mezzo ci sono le lastre di plexiglas (ne sono state comprate 800) e ogni macchina è igienizzata al cambio di giocatore. «Io spero che queste misure continuino anche dopo - continua la donna - E’ una cosa salutare, anche quando circola la semplice influenza». Sia all ’ i n g r e s s o che all’interno delle sale ci sono gli orm a i n o t i «bolloni» per mantenere il distanziamento e le impronte per seguire i percorsi corretti. Ai tavol i si gioca al massimo in 5.
Alle nove di sera gli ingressi erano già stati circa 1100, in linea con i 12001300 giocatori di un normale venerdì. E nel tardo pomeriggio è passato anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. «Le sale di Ca’ Noghera tornano ad accogliere gli ospiti, nel rispetto delle norme sanitarie - ha twittato - Abbiamo insistito molto con @zaiapresidente e @viminale per far ripartire questa eccellenza che dà lavoro a più di 800 persone». I dipendenti diretti del Casinò sono 587 e in questi mesi sono stati in Fis, che è la cassa integrazione di settore. Ora 487 a turno rientreranno al lavoro, mentre un centinaio resteranno a casa. D’altra parte la scelta del Comune è stata quella di aprire, per ora, solamente la sede di terraferma a Ca’ Noghera, mentre Ca’ Vendramin Calergi, che è la sede di rappresentanza sul Canal Grande, lo farà più avanti. « Già a luglio sono in programmazione due eventi di gioco dedicati alla clientela vip su invito - spiega la casa da gioco - Per un ritorno alla normalità molto dipenderà dall’apertura del traffico aereo e degli hotel a quattro e cinque stelle». Su questo aspetto c’è stata una feroce protesta in commissione consigliare, con l’opposizione e i sindacati che hanno chiesto a gran voce la riapertura in centro storico.