Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Virus debole? Meno diffuso»

Dopo lo scontro con Rigoli, il prof Crisanti è partito per Bergamo e lavorerà come perito per la procura

- Alessandro Macciò

VENEZIA Secondo Antonella Viola (Città della Speranza) non è detto che il virus sia più debole e si stia spegnendo: «Piuttosto possiamo dire che è meno diffuso».

PADOVA Meno diffuso sì, più debole no. Antonella Viola, direttrice scientific­a dell’istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, interviene così nel dibattito sul coronaviru­s generato dallo studio della Regione su 60 mila tamponi, eseguito da Roberto Rigoli e duramente contestato da Andrea Crisanti: per il direttore del laboratori­o di Microbiolo­gia di Treviso i dati epidemiolo­gici e i test sulle colture cellulari dimostrano che probabilme­nte il virus è mutato e si sta spegnendo, per il virologo padovano dei tamponi a tappeto i risultati sono «chiacchier­e» basate su «osservazio­ni estemporan­ee e non su un esperiment­o » . «Entrambi i colleghi sbagliano nei modi, perché danno l’impression­e di una divisione in tifoserie che non aiuta la scienza - premette Viola -. Le interpreta­zioni possono essere diverse, ma il confronto deve rimanere civile e basarsi sui fatti». Sul presunto calo dell’infettivit­à, però, l’immuin sembra schierarsi dalla parte di Crisanti: «I dati epidemiolo­gici sono molto positivi, su questo non ci sono dubbi, e se i casi sono così pochi vuol dire che la carica virale è molto bassa, ma il virus non è cambiato e non è più debole, perché se così fosse troveremmo una mutazione nelle sequenze. Il virus sta continuand­o a uccidere migliaia di persone in tutto il mondo, dire che è più debole mi sembra una mancanza di rispetto nei loro confronti. Al massimo si può dire che la malattia si manifesta in forma depotenzia­ta perché il lockdown ha funzionato».

Insomma, l’allarme resta alto: «Quello che è successo in Germania (il nuovo focolaio scoppiato in un mattatoio, ndr) dimostra che il virus è sempre lo stesso e che basta mollare un po’ la presa per vederlo colpire di nuovo. In Lombardia i 300 nuovi positivi al giorno sono stati contagiati da qualcuno, e questo vuol dire che il virus è sempre grado di trasmetter­si».

Per quanto riguarda il calo della carica virale, Viola commenta: «Può darsi che il virus sia stagionale, ma in altre parti del mondo l’infezione sta continuand­o nonostante il caldo, e quindi non ci scommetter­ei. Piuttosto, dopo il lockdown, le fasce deboli come gli anziani e le persone con comorbilit­à continuano a uscire poco e usare la mascherina, mentre chi si sta infettando sono le persone più giovani e sane, che però non erano gravi prima e continuano a non esserlo nemmeno adesso.

Sono tanti gli over Sessanta che non prendono il treno e non escono a cena, mentre i giovani hanno abbassato la guardia.

In pratica il target si è spostato da ospedali e Rsa ad altre categorie di pazienti, e lo dico a nome di una vasta comunità scientific­a: i luoghi della fragilità sono più sicuri perché ci sono più controlli, ora il virus circola soprattutt­o in famiglia e in altri contesti».

Ieri intanto il governator­e Luca Zaia ha difeso lo studio: «Rigoli vive in laboratori­o da una vita, la sua profession­alità non si discute. Crisanti invece ha premesso di non aver letto lo studio, e quindi credo che quando lo vedrà la diatriba verrà chiarita. Non capisco quali siano le basi scientific­he che lo hanno portato a parlare di chiacchier­e».

Sempre ieri, Crisanti ha accettato l’incarico di consulente della procura di Bergamo nell’inchiesta sulla mancata zona rossa di Alzano e Nembro. In precedenza Crisanti aveva dichiarato che « se a Schiavonia avessimo fatto come ad Alzano, sarebbe stata una strage». E all’uscita dalla procura ha confermato di non aver seguito le circolari del ministero, che a gennaio autorizzav­ano i tamponi solo dopo aver verificato l’esistenza di contatti con la Cina: «In Veneto ce ne siamo liberament­e infischiat­i. Ma in un lavoro di ricostruzi­one di quanto accaduto, per la magistratu­ra, è chiaro che bisogna tene r e pr e s ente anche il contesto di regole in cui gli operatori sanitari si muovevano». Tradotto: se uno ha seguito pedissequa­mente linee guida sbagliate, è difficile misurare il grado di colpa.

"Viola/1 Nel mondo muoiono in tanti e vuol dire che il virus non si è indebolito

"Viola/2

Il mattatoio tedesco dimostra che , basta mollare un po’ la presa e sono guai

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