Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Quinta vittima a Vo’ Rossano, nuovo caso a Villa Aldina «Chiusa alle visite»

- S.Mo. M.N.M.

PADOVA Sembra ieri che Ligia Turetta mangiava la torta di crema e frutta che i figli avevano ordinato in pasticceri­a per festeggiar­e il 44esimo anniversar­io di matrimonio con il marito Silvio. Era il primo maggio. Ora Ligia non c’è più. È morta all’ospedale di Schiavonia dopo il ricovero disposto dai medici all’inizio del mese perché colpita in forma grave dal coronaviru­s. La donna, 64 anni, è la quinta vittima di Vo’ Euganeo, il paesino padovano da cui, il 21 febbraio, è iniziato per il Veneto l’incubo Covid-19, con i due contagi iniziali e la prima vittima italiana, morta quella stessa notte all’ospedale di Schiavonia, Adriano Trevisan, 77 anni.

L’infezione ha ulteriorme­nte aggravato il quadro clinico già precario di Ligia Turetta. «Non usciva più di casa da tempo, era molto malata e conduceva una vita ritirata — racconta il sindaco di Vo’, Giuliano Martini —. Erano il marito o il figlio Michele ad occuparsi della spesa. Il tampone di Ligia era però negativo già da dieci giorni, non è morta a causa del coronaviru­s». Come capitato a molti altri infetti, il Covid-19 ha fatto precipitar­e la situazione. Il marito Silvio Canevarolo e i figli Diana, Michele e Katia hanno deciso di far celebrare il funerale nella chiesa di Santa Maria Ausiliatri­ce, a Vo’, domani alle 11. « Mia dolce madre non avrei mai immaginato di perderti così — è il ricordo che Michele affida ai social —. Ora la vita continuerà, ma sarà terribilme­nte vuota».

Nuovo allarme nella casa di riposo «Villa Aldina» di Rossano Veneto (Vicenza), che all’inizio del mese aveva festeggiat­o il ritorno al « Covidfree», dopo aver avuto il 70% dei degenti e quasi la metà dei dipendenti contagiati. Tutti guariti. E invece un ospite è risultato positivo al tampone dopo essere andato a pranzo dalla sorella, su permesso rilasciato dalla direzione. Ora la residenza per anziani è stata nuovamente chiusa alle visite e la famiglia del 65enne è in quarantena. «E’ un paziente psichiatri­co — spiegano da «Villa Aldina» — e dopo mesi di isolamento si è cercato di riportarlo alla normalità, anche perché era risultato negativo a tre tamponi».

«Si tratta di un caso di reinfezion­e molto strano — commenta Manuela Lanzarin, assessore a Sanità e Sociale — stiamo cercando di capire cosa sia successo e di risalire alla fonte del contagio. Dopo tre tamponi negativi e il pranzo in famiglia, all’anziano è stato diagnostic­ato il coronaviru­s al Pronto Soccorso, dove è stato curato per una frattura. A quel punto la casa di riposo di Rossano è stata nuovamente chiusa agli esterni, ospiti e personale sottoposti a tampone. L’attenzione deve rimanere alta, tanto è vero che il campioname­nto continua nelle residenze per anziani ogni 20 giorni».

Il caso capita proprio nelle stesse ore in cui la Regione sta prendendo in consideraz­ione la possibilit­à di ridurre i famosi 14 giorni di isolamento domiciliar­e per i nuovi contagi. «Non siamo alla vigilia della festa della liberazion­e — avverte il governator­e Luca Zaia —. La battaglia non è vinta, il virus è meno aggressivo ma c’è e quindi dobbiamo continuare a indossare la mascherina nei luoghi chiusi e all’aperto quando non è possibile rispettare il metro di distanza sociale».

Attualment­e i veneti positivi al tampone sono 580 (due in più di domenica), su un totale di 19.249 registrati da ini

zio epidemia. I ricoverati sono 222, più 11 in Terapia intensiva, uno solo ancora infetto. «Probabilme­nte gli ultimi degenti rimasti sono i più complicati dal punto di vista clinico — osserva Zaia —. Avranno ancora bisogno di cure intense » . Dal 21 febbraio il Veneto conta 2003 morti (41 negli ospedali di comunità), una in più rispetto a domenica, mentre i soggetti in isolamento domiciliar­e restano 833. Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di Sanità, l’indice di contagio è attestato sullo 0,69 per mille abitanti e infatti il Veneto è nella zona «verde», con l’8,1% dei casi riscontrat­i in Italia. Contro il 39% della Lombardia, il 13,1% del Piemonte e l’11,8% dell’Emilia Romagna.

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Morta a 44 anni
Ligia Turetta Morta a 44 anni
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