Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Rissa a Jesolo, identifica­ti i giovani Niente alcol e locali chiusi prima

Diktat del prefetto al sindaco. Zoggia: presidio fisso di notte delle forze dell’ordine

- Giacomo Costa

JESOLO La gran parte dei giovani sono stati identifica­ti grazie alle telecamere della zona, nel frattempo il questore, il prefetto e il Comune passano al contrattac­co per evitare che l’estate 2020 di Jesolo post lockdown si trasformi nell’estate delle risse, come è avvenuto sabato sera. Più controlli delle forze dell’ordine ma anche divieto di vendere alcolici dopo una certa ora e chiusura anticipata.

Evidenteme­nte i postumi della quarantena si fanno sentire. L’altra sera un gruppetto si siede sui lettini dell’arenile, ma presto viene allontanat­o dalla polizia. Un’altra compagnia di amici cerca da fare in piazza, ma si scontra con gli strascichi del lockdown. E poi ci sono quelli arrivati in auto, con le bottiglie sotto i sedili e nel bagagliaio: anche loro, dopo mezzanotte, si muovono lungo via Bafile come anime in pena, tra esaltazion­e alcolica, noia e nervosismo. Un paio d’ore e la situazione precipita: chissà per quale motivo, chissà con che pretesto, le battute diventano insulti, le minacce si fanno spinte, sberle, pugni e calci. Tra le due e le tre, circa trenta ragazzi si sono affrontati in piazza Mazzini, in un tutti contro tutti che ha persino lasciato a terra un paio di loro, privi di sensi. I giovani erano tutti di età compresa tra i 18 e i 20 anni arrivati da Treviso, la gran parte di loro è già stata identifica­ta grazie alle telecamere presenti in zona, ma anche ai tanti video registrati dagli smartphone degli stessi contendent­i, alcuni dei quali pubblicati sui social. La polizia, comunque, era già nelle vicinanze e ha disperso i ragazzi in breve, mentre il 118 arrivava a soccorrere i feriti e i più svelti sfuggivano in uno slalom tra strade laterali e viabilità condominia­li, per cercare di far perdere le loro tracce. La guerriglia non avrà però conseguenz­e solo sui diretti responsabi­li, visto che quanto accaduto richiede un’azione decisa da parte delle forze dell’ordine e dell’amministra­zione per scongiurar­ne il ripetersi: il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia ha da subito anticipato una nuova ordinanza «antialcool», scritta sul modello di quella fatta di solito per la Pasqua. Ieri pomeriggio c’è stata una riunione operativa con tutte le forze dell’ordine in prefettura. Già il faccia a faccia di ieri a Ca’ Corner, comunque, pare aver fatto emergere visioni diverse del problema: «Il dottor Zappalorto ha suggerito un’ordinanza del sindaco che chiuda i locali per scoraggiar­e certi comportame­nti, io invece chiedevo un presidio fisso delle forze dell’ordine da mezzanotte alle sei di mattina — confida il sindaco — Credo che chiudere i locali non sarebbe d’aiuto, anzi: senza un posto dove sfogarsi i ragazzi finiscono in strada, senza contare che tanti arrivano comunque qui con l’alcool in auto, vino, birra». È la stessa posizione che, ieri, ha espresso Franco Polato, presidente provincial­e del Sindacato italiano locali da ballo: «Jesolo è il luogo del divertimen­to ed è celebre per i suoi locali. Senza discoteche le persone perdono un punto di riferiment­o. Se apriamo i locali togliamo pressione da situazioni di movida improvvisa­ta, come quella che ha portato alla rissa di sabato sera». Ma il prefetto ha insistito: più forze dell’ordine a patto di chiusure anticipata dei locali. Intanto sarà vietato il consumo di alcolici fuori dai bar dalle 20.

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