Barchini modificati per essere più veloci Quattro sequestri Multato un taxi

VENEZIA La lotta ai «furbetti» dei fuoribordo prosegue senza sosta. Nel fine settimana sono stati numerosi i barchini fermati dagli agenti, che hanno potuto constatare come, dopo la raffica di contravvenzioni della settimana scorsa, moltissimi siano già corsi ai ripari: neppure uno dei motori verificati presentava modifiche che ne alzavano la potenza di spinta, alcuni perché limitati proprio dopo le multe. Nonostante questo, quattro barche sono finite sotto sequestro: a venire punita, infatti, non è solo la cosiddetta «elaborazione» dei fuoribordo, ma qualsiasi modifica non omologata e pericolosa, in questo caso i power lift, le morse meccaniche che fissano il motore allo specchio di poppa, permettendo manualmente o elettricamente di sollevarlo. Alzare l’intero motore permette di affrontare le secche, di aumentare la velocità e, nei casi più rischiosi, può aumentare la pressione sullo specchio di poppa in maniera non prevista dai costruttori dello scafo, con il pericolo di una rottura in corsa; essendo poi una modifica non contemplata, può anche offrire alle compagnie assicurative motivo di rivalsa in caso di incidente. Quattro le barche sorprese a montare power lift, ciascuna punita con 220,50 euro di multa e il sequestro, che potrà essere sciolto solo con la rimozione del meccanismo o la sua omologazione. Nelle rete dei controlli della polizia, poi, è finito anche un taxi acqueo diretto al Lido, sorpreso a infrangere i limiti di velocità. Intanto i gruppi di diportisti privati continuano a navigare a vista nella tempesta di multe e sanzioni: online ogni giorno si leggono proteste e richieste di chiarimenti, tra chi teme di non poter lasciare neanche più un filo di scia bianca — ma l’ordinanza della Capitaneria parla in realtà di scie alte, con baffi a prua e comunque a conferma di un assetto in planata — e chi si interroga sulla possibilità di condurre a barra motori oltre i 40 cavalli. (gi. co.)