Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Aldo Tognana, l’imprenditore partigiano
Il rimpianto di Gentilini: «Il Covid ci ha tolto l’ultima festa»
Ingegnere, partigiano, imprenditore e politico: è scomparso ieri Aldo Tognana. Fondatore dell’azienda di famiglia, aveva compiuto 100 anni a marzo. Sfidò Gentilini per la carica di sindaco a Treviso.
Aveva promesso che quando avrebbe compiuto cent’anni ci sarebbe stata una festa con gli amici migliori e fra questi anche Giancarlo Gentilini: «Ma poi con questa sciagura di virus è andato ‘in mona’ tutto e adesso la notizia della sua scomparsa mi addolora dal profondo del mio essere » . Aldo Tognana, per l’anagrafe Clarimbaldo, se n’è andato ieri dopo aver dovuto trascorrere l’ultimo compleanno, il 12 marzo, nell’isolamento da Covid-19 e il sindaco-sceriffo leghista di Treviso, eletto nella primavera del 1994 proprio quando a sfidarlo, dal fronte del centrosinistra, c’era proprio lui, non riesce a trattenere il rammarico per non averlo più potuto incontrare.
Tognana, tuttavia, prima che politico era un imprenditore, e prima di essere imprenditore era un ingegnere civile che nel 1943, cioè un anno dopo la laurea, aveva scelto la lotta partigiana per contribuire, due anni dopo, a liberare la città e a diventare il comandante della piazza.
Partigiano «azzurro», va detto, di estrazione cattolica, tanto da confluire nella Democrazia Cristiana delle origini e presentarsi con quello stemma fra i membri del primo consiglio comunale di Treviso. Quello che disegnò la ricostruzione della città, sventrata dal bombardamento alleato dell’aprile del 1944, e questo avveniva mentre a Casier la giovane «Ceramica Tognana», fondata con il fratello, Alessandro, stava già diventando grande.
Anche qui sono i ricordi di Gentilini a dare un’idea indiretta dello sviluppo dell’azienda che di lì a poco avrebbe riempito le case degli italiani e metà degli alberghi nazionali di piatti e stoviglie Made in Casier: «Nel 1956 facevo la naja da artigliere di montagna a Belluno e quando passavo lo spazzolone vedevo che tutto il lastricato della caserma era fatto con le piastrelle di Tognana». E comunque, per tornare al rapporto fra i due amici-avversari, il sindaco di Treviso per antonomasia non vede alcuna differenza fra loro nell’impostazione del modo di vedere il mondo e la società: «Abbiamo entrambi vissuto gli anni della guerra e sapevamo benissimo entrambi che valore avesse un pezzo di pane. A Palazzo dei Trecento, io da sindaco e lui da consigliere di opposizione, abbiamo portato allo stesso modo in amministrazione i valori nati da quegli anni di patimenti, i tesori generati dalle nostre esperienze. Figuriamoci se pensavamo agli appannaggi degli amministratori... adesso invece sembra non si guardi ad altro. E, finito il consiglio – chiude Gentilini – giù insieme a bere l’ombretta».
La vocazione alla rappresentanza di Aldo Tognana, tuttavia, si sviluppa con chiarezza prima e in ambiti a lui più naturali, cioè il mondo dell’industria. Fra il 1976 ed il 1981 è presidente dell’Associazione industriali di Treviso e qui a tratteggiarne il profilo è Giovanni Gajo, fondatore di Alcedo ma, soprattutto, dotato di una conoscenza diretta quasi enciclopedica di tutti i grandi nomi che hanno animato la migliore economia locale: «Da leader degli industriali e da candidato sindaco ho sempre cercato di dargli una mano, rappresentava un aggregatore di quel pensiero di sinistra democratica in cui mi riconosco. Lo dico nel senso più elevato del termine, Aldo era una di quelle persone ‘di una volta’ lontano dal dialogo urlato e che, pur incarnando una figura istituzionalmente importante, da presidente degli industriali non ha mai impostato le varie questioni in termini perentori. Ed era anche una persona arguta, qualità che, conoscendo bene l’ambiente, in un industriale è fra le più rare. Direi che la sua vita – conclude Gajo – non è stata soltanto lunga ma è stata una vita molto buona nel senso di ricca di contenuti».
Le espressioni di ricordo e di cordoglio da più parti ieri non sono naturalmente mancate. Per il sindaco di Treviso, Mario Conte, Tognana «è stato un esempio per il suo impegno civile e per il suo grande spessore umano, contribuendo a fare la storia della città nel mondo dell’industria, della politica e dello sport».
Il predecessore di Conte, Giovanni Manildo, sottolinea la dimensione di Aldo Tognana di «profondo antifascista, espressione vivente dello spirito e dei valori che hanno portato alla nascita della nostra Costituzione», mentre il capogruppo Pd in consiglio comunale esorta Treviso a «mettere in campo tutte le iniziative per ricordare il suo impegno morale e civile».
La fisionomia di Tognana che la presidente di Assindustria Venetocentro, Maria Cristina Piovesana, intende porre in evidenza è quello di una «figura di riferimento per una dimensione imprenditoriale compiuta, da vera classe dirigente responsabile e partecipe del perseguimento del bene comune. Sarà un esempio per noi e per chi verrà dopo di noi, nelle aziende, nella società, nelle istituzioni e nell’associazione – conclude Piovesana - di un modello di persona sempre più attuale, e sempre più necessario». Chiude il governatore Zaia: «Con Aldo Tognana il Veneto ha perso un pioniere dell’imprenditoria eroica. Aldo ha lasciato ricordi e insegnamenti straordinari, per i suoi cari e per l’intera società. E’ stato e rimarrà un simbolo della trevigianità più schietta».
Giancarlo Gentilini
Quando negli anni ‘50 spazzavo la caserma vedevo le sue piastrelle