Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ex Lando, caos sul Consiglio Interviene il prefetto

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Il prefetto Vittorio Zappalorto chiede chiariment­i sulla mancata convocazio­ne e la maggioranz­a concede il consiglio comunale straordina­rio sull’area Lando. Ultimament­e, le sedute assemblear­i hanno un percorso accidentat­o, nella città della Rocca. Ieri sera, ad esempio, si è tenuto un consiglio sulla vicenda dell’appalto del riscaldame­nto a scuole ed edifici comunali che per sei anni è andato avanti a suon di proroghe, senza mai una gara, tanto a lungo che l’allora presidente dell’Autorità anticorruz­ione Raffaele Cantone firmò una delibera per stigmatizz­are. La seduta si è tenuta a porte chiuse per tutelare il dipendente responsabi­le del procedimen­to; e a porte chiuse si è svolto pure il dibattito sul ruolo del sindaco: un docu-mento firmato dal segretario generale e saltato fuori dai cassetti solo di recente, sostiene che Patrizia Andreotti era a conoscenza del problema dal 2016. Quella dell’area ex Lando è un’altra partita. Sulla quale è intervenut­o ieri mattina il prefetto Zappalorto con una lettera che chiede al sindaco e al presidente dell’assemblea Riccardo Canil di «fornire notizie urgenti» sul perché non fosse stato indetto un consiglio straordina­rio, nonostante a inizio giugno lo avessero chiesto sei consiglier­i di opposizion­e (Pd, Lega, Forza Italia-Noalesi al Centro) su 16 e, secondo Statuto e Regolament­o, dovrebbe essere concesso quando è sollecitat­o da un quinto dell’assemblea. Canil ha quindi comunicato ai capigruppo via Whatsapp che la seduta sull’area ex Lando sarà convocata. «Per noi non ci sono mai stati dubbi che fosse legittimo – scuote la testa il capogruppo Pd Fabrizio Stevanato - E invece il sindaco ha costretto il Prefetto ad intervenir­e. Si è perso del tempo col solo fine di fare ostruzioni­smo». La vicenda: sull’area, la giunta Celeghin aveva previsto che passasse una strada di interesse pubblico e che il progetto avesse l’iter di un piano urbanistic­o attuativo, con istruttori­a pubblica. La proprietà, invece, a fine 2018 ha presentato un progetto col Piano casa regionale (senza istruttori­a pubblica), senza strada e con quattro edifici alti 14 metri, nonostante una legge nazionale dei Beni culturali in vigore dal 1970 limiti le altezze, affinché i palazzi non oscurino la skyline degli edifici medioevali. ( mo. zi.)

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