Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Medicina: più posti, anche per Treviso
Il Miur ha aumentato i posti a Medicina, portandoli a 13.072, 119 dei quali vanno al Veneto, che in totale raggiunge quota 639. L’Ateneo di Padova passa da 340 a 382, quello di Verona da 180 a 197. E poi ci sono i 60 posti che il Miur riconosce all’Università di Padova per l’attivazione di un corso di Medicina a Treviso, nonostante il governo ne abbia impugnato la legge.
VENEZIA Salgono a 13.072 i posti a Medicina per l’anno accademico 2020/21. Il ministero dell’Università e della Ricerca ne ha concessi altri 1231, 119 dei quali vanno al Veneto, che in totale raggiunge quota 639: l’Ateneo di Padova passa da 340 a 382, quello di Verona da 180 a 197. E poi ci sono i 60 posti che il Miur riconosce all’Università di Padova per l’attivazione di un corso di Medicina a Treviso, nonostante il governo abbia impugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale che lo istituisce perché finanziato con i soldi del Fondo sanitario, vincolati ai Livelli essenziali di assistenza. Prende corpo dunque l’intenzione del ministero di pagare di tasca propria il corso a Treviso, con uno stanziamento di 1.570.000 euro all’anno per un decennio, destinati all’impiego di 18 professori associati, 20 docenti a contratto e due di supporto. Contestualmente, il Miur finanzierebbe un nuovo corso di Medicina che l’Ateneo di Bologna intende avviare a Rimini. Ma il governatore Luca Zaia è scettico: «Non abbiamo ricevuto nessuna proposta ufficiale in tal senso da Roma. Ne ho sentito parlare, ma deve decidere il governo, ammesso e non concesso che ci vada bene».
Tornando all’aumento dei posti a Medicina, sembra paradossale ma la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) annuncia ricorso. «E’ una scelta incomprensibile se dissociata da equivalente incremento degli ingressi nelle Scuole di specializzazione, già adesso insufficienti ad accogliere tutti i laureati — spiega Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine di Venezia —. A fronte di 22mila colleghi in attesa di specializzarsi, le borse di studio a disposizione sono 11mila e ora l’imbuto si stringerà ancora di più. Significa illudere migliaia di giovani, far loro affrontare sei anni di studio per poi lasciarli nel limbo». E ancora non è certa la conferma delle 2mila borse di studio per i medici di famiglia. «Io dico che abbiamo bisogno di camici bianchi — obietta il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina di Padova — soprattutto anestesisti, chirurghi generali, medici dell’urgenza-emergenza e pneumologi. E quindi la scelta del Miur va nella giusta direzione di coprire il fabbisogno, dopodiché dobbiamo lavorare all’aumento dei contratti di specializzazione. Una cosa non esclude l’altra».