Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
A22, lo spettro della gara Negoziati a Roma
Rinnovo della concessione: il nodo dei privati e l’intervento dell’Authority
Secondo l’Autorità garante della Concorrenza, il rinnovo della concessione per l’A22 dev’essere messo a gara: i negoziatori incontrano il governo.
VERONA Si avvicina la stretta finale nella lunghissima trattativa per il rinnovo della lucrosa concessione autostradale alla Autobrennero, la società che gestisce la A22, uno degli assi principali della rete viaria italiana. L’assemblea dei soci di Autobrennero, ieri mattina, ha deciso di andare a negoziare con il governo entrambe le opzioni possibili: il presidente Hartmann Reichhalter e l’Ad Diego Cattoni tratteranno con Roma l’ipotesi di un nuovo allungamento della concessione (scaduta da oltre 5 anni e in regime di proroga con termine fissato al 30 giugno, tra meno di una settimana); in parallelo, a nome dei soci pubblici, quattro «ambasciatori» (il presidente bolzanino Arno Kompatscher, quello trentino Maurizio Fugatti, il sindaco di Verona Federico Sboarina e quello di Mantova Mattia Palazzi) andranno a discutere con il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, l’ipotesi di nuovi accordi che comprendano l’uscita dei privati dalla società, col relativo problema di come liquidare il loro 14,15%.
Ma proprio su questo punto, ecco arrivare l’ennesimo ostacolo. L’Autorità garante della Concorrenza ha infatti chiesto ufficialmente al Parlamento di rinnovare la concessione tramite una gara, attraverso «l’assegnazione al gestore più efficiente, piuttosto che mediante il prolungamento del rapporto concessorio esistente». Questo anche perché il rinnovo trentennale ad Autobrennero è condizionato per l’appunto alla liquidazione dei soci privati, che ancora non è avvenuta. Nel darne notizia, il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo, veronese, sottolinea che, per esempio, la messa in gara della concessione «rischierebbe di far saltare i 2 miliardi di euro per interventi infrastrutturali sull’A22, che comprendono la terza corsia tra Verona e Modena e la terza corsia dinamica Bolzano Sud-Verona, aree di servizio (Affi e Povegliano) e contributi per opere esterne all’asse autostradale. Se la concessione andrà in gara – si chiede D’Arienzo - avremo gli stessi benefici?». E su questo si ragiona anche in altre province.
L’assemblea dei soci ieri non ne ha discusso. Ma il tema è sul tavolo. Su questo versante va considerato un ulteriore intoppo giuridico-finanziario: la Corte dei Conti ha infatti stabilito che quel 14,15% da acquisire alla parte pubblica vale in tutto 70 milioni di euro, mentre i soci privati, sulla base del valore patrimoniale, ne pretendono 180, con tutte le complicazioni intuibili.
Rimane poi una differenza di strategie tra Bolzano e i soci pubblici collocati più a sud (con Trento in posizione mediana). I bolzanini puntano infatti alla liquidazione dei privati e alla gestione del tutto da parte della società Brenner Corridor, nella quale però (dicono i «sudisti») Kompatscher farebbe la parte del leone, ottenendo troppi poteri. E la nomina dei 4 «ambasciatori» che andranno a parlare col ministro, ha probabilmente anche il significato di controllare e delimitare il peso altoatesino. Ma non basta: tra i soci privati di Autobrennero c’è infatti anche Serenissima (autostrada A4), che fa riferimento alla holding Atlantia della galassia Benetton: il che rafforza quella parte del governo (M5S in primo luogo) che, dopo la tragedia del Ponte Morandi, punta alla ri-nazionalizzazione delle autostrade.
In questa complicatissima situazione, nell’immediato, si fa strada l’ipotesi di una nuova mini-proroga della concessione per qualche mese. Ieri, infine, la stessa assemblea ha approvato il bilancio 2019, che prevede la distribuzione di dividendi per 23 euro ad azione – per un totale di 35,2 milioni di euro su 87,1 milioni di utile -, il medesimo valore indicato per gli esercizi 2017 e 2018, i cui utili erano stati rispettivamente di 81 e 68 milioni .