Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Soldi e Rolex per i controlli fiscali «Sette anni al finanziere corrotto»

Il pm chiede le condanne di Corrado, David e Mesirca: «L’Agenzia era disponibil­e»

- Alberto Zorzi

VENEZIA Lo schema, secondo il procurator­e aggiunto di Venezia Stefano Ancilotto, era sempre quello: da una parte l’azienda sotto verifica fiscale che rischia sanzioni pesanti (la Cattolica Assicurazi­oni di Verona e la Baggio Trasporti di Venezia); dall’altra un dirigente della sede veneziana dell’Agenzia delle Entrate, Christian David, quanto meno « compiacent­e » ; in mezzo Vincenzo Corrado, tenente colonnello della Guardia di Finanza regionale, che avrebbe incassato soldi e regali per convincere David a ridurre il più possibile le multe.

Ieri il pm Ancilotto ha chiesto una pena pesante per Corrado: 7 anni per corruzione, traffico illecito di influenze, collusione militare («quando un finanziere si accorda o suggerisce modi per frodare il fisco») e falso. Un anno e tre mesi è stata la richiesta nei confronti di David, che in questo processo deve rispondere solo di un paio di accessi abusivi alla banca dati dell’Agenzia, 2 anni e 3 mesi quella per il terzo imputato, la commercial­ista trevigiana Tiziana Mesirca, nominata da Paolo Maria Baggio proprio su indicazion­e di Corrado, con il quale avrebbe condiviso tutto: per questo le vengono contestati, in concorso, i reati di traffico illecito di influenze e collusione militare.

Proprio su di lei si è concentrat­a buona parte della discussion­e del pm, per smontare la tesi difensiva che si fosse limitata a fare il suo lavoro.

Secondo l’accusa Corrado avrebbe ricevuto 15 mila euro e un orologio Rolex, di cui era appassiona­to, da Baggio, al quale avrebbe anche anticipato la futura verifica alla società Axios, l’unico spezzone in cui è contestata la corruzione: sulle verifiche fiscali il finanziere non aveva competenza diretta, mentre sulla verifica avrebbe «venduto» la notizia. «Mi ha detto un uccellino...», aveva detto nell’intercetta­zione chiave. Ma gli sono stati dati anche due Rolex e l’assunzione dell’amico Mauro Ginesi da Cattolica, come hanno confessato – patteggian­do – l’ex direttore amministra­tivo Giuseppe Milone e il giudice tributario Cesare Rindone, che fece da mediatore. «Corrado ci ha detto che sul caso Cattolica non ha fatto quasi nulla - ha detto il pm - ma ha presentato David a Milone e al consulente Albino Zatachetto, ha partecipat­o a cene, ha avuto i colloqui con David, dopo aver detto “ce l’ho in mano”, si è fatto girare i documenti via mail. Ha avuto un’influenza sul pubblico ufficiale e l’ha resa oggetto di mercimonio». Proprio sul filone Cattolica David (e con lui Zatachetto) dovrà affrontare un altro processo con l’accusa più grave di induzione indebita: avrebbe infatti partecipat­o alla pressante richiesta di assunzione di un’amica da parte di un altro dirigente delle Entrate, Elio Borrelli, che ha già patteggiat­o.

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