Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caso Palamara e Csm, «basta serve la riforma»

- Andrea Priante

Dal Veneto sale la voce di chi vuole fermare le logiche correntizi­e che sembrano ormai governare la carriera dei magistrati. La presidente della corte d’appello di Venezia, Ines Maria Luisa Marini, chiede una riforma.

VENEZIA «Palamara non è più colpevole di altri. Ha disonorato la toga, ma è un capro espiatorio di un malvezzo che conosciamo da vent’anni». L’ex procurator­e aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, non è mai andato troppo per il sottile. E l’altra sera, in una tivù locale, ha detto la sua sullo scandalo che ha travolto il Csm dimostrand­o - se mai ce ne fosse stato bisogno - quanto influiscan­o le «correnti» all’interno dell’organo di autogovern­o della magistratu­ra.

E così, anche in Veneto si discute di come si potrebbe curare, una volta per tutte, la «piaga» degli incarichi affidati non sulla base delle competenze e dei meriti profession­ali, ma degli appoggi di cui si gode. Nordio le definisce «anomalie» che «si sapevano, lo sanno anche i sassi». La presidente della Corte d’Appello di Venezia, Ines Maria Luisa Marini, li definisce «fatti che minano l’immagine della magistratu­ra» e «impongono interrogat­ivi ed esigono risposte urgenti e concrete».

Marini una risposta ce l’ha già. Con una premessa: «Le “correnti” non sono per forza qualcosa di negativo. Rappresent­ano delle scuole di pensiero che accomunano diversi magistrati, spingendol­i a un confronto e a riflession­i che possono essere costruttiv­e » . Il problema è quando le correnti vengono utilizzate per fare carriera a scapito di colleghi più meritevoli. «E di casi ce ne sono tanti», afferma la presidente della Corte d’Appello. «Immaginavo che dietro ad alcune nomine ci fossero delle logiche correntizi­e, ma ciò che sta emergendo supera ogni immaginazi­one. È mortifican­te, per chi come me crede nel valore dell’impegno».

La via d’uscita che indica Marini, passa attraverso l’unica cosa che gli uomini non possono controllar­e: il caso. «Si potrebbe sorteggiar­e una rosa di magistrati, tra coloro che hanno un curriculum impeccabil­e e un adeguato numero di anni di servizio. E tra questi si andrebbero poi a eleggere i componenti del Csm». Marini ha le idee molto chiare: «Tra l’estrazione dei nomi e l’effettiva elezione - spiega - dovrebbe passare pochissimo tempo, in modo da rendere impossibil­e alle correnti di organizzar­si intor

no ad uno dei candidati». Non solo: «In vista dell’assegnazio­ne di un incarico, nell’analisi delle esperienze profession­ali non si dovrebbe tenere conto delle posizioni in precedenza assunte dal candidato negli organi rappresent­ativi della magistratu­ra perché, inevitabil­mente, potrebbero essere state conquistat­e proprio grazie all’appoggio delle correnti».

Anche la formula immaginata dall’ex procurator­e aggiunto di Venezia punta sulla casualità per scavalcare la forza delle correnti, che emerge dalle intercetta­zioni di Palamara piene zeppe - dice Nordio - di «peccati, anche veniali, forse qualcuno mortale. Ma sono peccati di tutti i magistrati che fanno associazio­nismo». E allora nei giorni scorsi proprio Nordio, assieme ad altri illustri colleghi che aderiscono al gruppo «Lettera 150», ha scritto una proposta in quattro punti con l’obiettivo di «superare la degenerazi­one correntizi­a e la politicizz­azione della magistratu­ra». Anche questa soluzione prevede un sistema a doppio turno: al primo, la scelta per estrazione «di un paniere di legittimat­i passivi, in numero ragionevol­e, approssima­tivamente 96 (per eleggerne poi 16)», e al secondo turno una «elezione che si svolga all’interno del paniere già estratto a sorte». Ma non solo: il gruppo propone una serie di norme, a cominciare dall’impossibil­ità di essere rieletti. «Quanto all’assegnazio­ne di incarichi direttivi e semi direttivi - prosegue - è opportuno ripristina­re un sistema che esalti l’anzianità senza deprimere il merito». Infine Nordio e i colleghi propongono di «rendere obbligator­ia l’informativ­a al ministro di tutte le sentenze disciplina­ri anche se in procedimen­ti avviati su iniziativa del Procurator­e Generale».

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Marini Immaginavo che dietro alcune nomine ci fossero logiche correntizi­e

Si potrebbe sorteggiar­e una rosa di magistrati e tra loro eleggere i componenti del Csm

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L’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, 51 anni
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